Poche idee, molti insulti. Una riflessione sui discorsi di odio | No Cristianofobia – Osservatorio sulla Cristianofobia nel mondo

Per vedere una cosa bisogna capirla. Così Borges in un racconto del suo Libro di Sabbia del 1975.
La frase apparentemente può sembrare un errore. Chiunque direbbe il contrario: per capire una cosa, prima devo vederla, altrimenti come si fa a sapere di cosa si tratta?
Invece Borges giocava sulla nostra logica, sul nostro modo di conoscere, portato a non osservare ciò che non capisce. Per riconoscere una cosa, e dunque per vederla, è necessario prima comprenderla. Altrimenti potrà passarci sotto gli occhi per una vita, senza avere mai la possibilità di notarla.

Così è per la Cristianofobia. Bisogna prima capirla, altrimenti sfugge. Soprattutto in Occidente, dove quando si parla di “cristianità” sembra di farlo all’interno di un altro dibattito, del tutto differente, basato su molteplici temi diversi (laicità, bioetica, gender, ecc.). Tanto che spesso vien da chiedersi: ma è possibile che i cattolici non sappiano mai farsi i fatti propri? Possibile che tirino fuori così tanti “valori non negoziabili”? Eppure, basta allungare per un secondo lo sguardo e si noterà che tutti questi temi finiscono per opporsi continuamente al cristianesimo, ai suoi valori, ai suoi simboli, alla sua struttura, in un eterno batti e ribatti sempre sugli stessi punti. E non potrebbe essere altrimenti. Si tratta di questioni solo in apparenza diverse, ma che vogliono tutte debellare la dimensione religiosa dalla vita pubblica, dalle questioni mediche e dal diritto, dall’uomo stesso.

 

Va da sé che senza il fastidioso punzecchiare della Chiesa sarebbe molto più semplice scardinare il nucleo più profondo della società: la famiglia. Con la vittoria del relativismo e della sua dittatura, l’uomo sarebbe sempre più debole e più manipolabile. E si può solo fantasticare su quello che può succedere ad un popolo disunito, privo di valori condivisi, privo di legami forti.

 

Molti, solo per il fatto che per il momento non c’è una persecuzione violenta o non ci sono ancora dei morti, stentano persino ad immaginare che ci sia una Cristianofobia in Occidente. Eppure si è già formato il contesto da tanti anni.

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