Pressioni sul Venezuela per introdurre l’ aborto – Notizie Pro Vita

Il “Comitato per i diritti del fanciullo” dell’ONU ha di nuovo fatto pressione su un paese sudamericano perché sia legalizzato l’ aborto . Infatti pochi giorni fa è stata pubblicata da questo Comitato una “Osservazione finale” nella quale, dopo aver costatato che il Venezuela ha uno dei tassi più alti di gravidanze adolescenziali e che, a suo dire, molte di queste gravidanze si concluderanno con la morte della madre, esprime la propria “preoccupazione” per l’impossibilità di accedere all’ aborto “sicuro”, a causa della legislazione restrittiva di questo paese. Pertanto il Venezuela dovrebbe rivedere le sue leggi in materia di aborto e prevedere eccezioni almeno nei casi di gravidanza in età adolescenziale, di stupro, di rischio per la salute delle adolescenti e così via. Il Comitato sollecita poi il governo venezuelano a promuovere la contraccezione d’emergenza.

La “Osservazione finale”, però, contrasta con l’ordinamento venezuelano che, nella sua Costituzione e nelle sue leggi, protegge la donna e il bambino dall’ aborto . L’art. 76 della Costituzione stabilisce: “Lo Stato garantisce l’assistenza e la protezione completa della maternità, in generale, dal momento del concepimento …”  (ci risulta che l’aborto non sia una misura di “assistenza alla maternità” ma piuttosto la negazione di essa). A sua volta, la legge organica per la protezione dei bambini e degli adolescenti del 2007 assicura “a tutti i bambini e adolescenti che sono nel paese l’esercizio e il godimento pieno ed effettivo dei loro diritti e garanzie, attraverso una protezione completa che lo Stato, la società e la famiglia devono fornire dal momento del concepimento” (art. 1).

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Su questo sito si è evidenziato più volte come, in realtà, l’ aborto non riduca la mortalità materna. Accade piuttosto il contrario: oltre a causare tutta una serie di danni psicologici e fisici alla donna, aumenta anche il tasso di mortalità (compreso il tasso di suicidi). Non è un caso che l’Irlanda, con una legislazione storicamente anti-abortista, abbia un tasso di mortalità materna che è, in proporzione, la metà di quello della Gran Bretagna, che ha una legislazione permissiva in materia. Queste sono le conclusioni cui giungono le ricerche più recenti, come quella di Calhoun, Thorp e Carroll, Maternal and Neonatal Health and Abortion: 40-Year Trends in Great Britain and Ireland, 2013, pubblicata sul Journal of American Physicians and Surgeons. Lo stesso studio evidenzia in generale che “l’aborto legale e volontario è associato a tassi più alti di mortalità materna e di parti pre-termine (successivi)”.

E’ paradossale come il “Comitato sui diritti del fanciullo” finisca per promuovere pratiche (come l’ aborto ) che dei diritti del fanciullo sono la radicale negazione: non solo l’ aborto nega al fanciullo nel grembo materno il fondamentale diritto alla vita, ma aumenta anche per le ragazze-madri il rischio di perdere questo stesso diritto.

Alessandro Fiore

Fonte: Observatorio Internacional

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