Primavere arabe. Era meglio quando si stava peggio | l’Occidentale

Si stava meglio quando si stava peggio. Già sentito dire? E allora perchè tutti si sono eccitati tanto quando le folle arabe, adornate di aura primaverile, hanno fatto le loro rivoluzioni? Ora la novità è che, a confermare le delusioni, i dati dicono che la forza dell’opinione pubblica, le libertà civili, lo stato di diritto, la corruzione e la trasparenza hanno fatto nei paesi rivoluzionari passi indietro o sono rimasti fermi rispetto ai bei tempi dei tiranni. Lo scrive il rapporto della Freedom House che di mestiere misura ogni anno il tasso di democrazia.

Non che la si debba prendere per oro colato, ma poichè gli tocca in questo caso dire il contrario di quello che probabilmente gli farebbe piacere (se la prende più volentieri con i paesi democratici), magari stavolta è credibile. La democrazia è misurata da parametri numerici. La perfezione nella “governance” democratica si raggiunge con 7 punti, la decenza con 5. Il mondo islamico è andato giù, la rivoluzione egiziana che si meritava sotto Mubarak 1,98 ora, nonostante le libere elezioni che danno un bel punteggio, raggiunge solo il 2,25. Siamo vicini al Baharein che nel 2004 aveva il 3,27 ed è piombato al 2,03, il livello della Siria quando è scoppiata la rivoluzione contro Assad.

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