Principi non-negoziabili: brevi istruzioni per l’uso « Giuliano Guzzo

Alle urne manca ormai poco, questione di giorni se non di ore. A breve sapremo quindi chi avrà l’onore e l’onere di guidare il Paese ma fino a quel momento, fino a prima delle urne, è bene ripetere – soprattutto all’elettorato cattolico, così insistentemente sollecitato dal Magistero su questo versante – che cosa sono gli ormai famosi principi non-negoziabili in base ai quali dovrebbero orientarsi e formulare (anche) le loro preferenze politiche. Partiamo dal ricordarli sottolineando che, in estrema sintesi, essi sono tre: la vita – da tutelarsi in ogni fase, a partire dal concepimento -, la famiglia – da promuoversi come società naturale fondata sul matrimonio – e la libertà educativa – da assicurarsi a tutti i genitori nei confronti dei loro figli.

A questo punto chiariamo subito un aspetto importante ma spesso oggetto di equivoco: questi non sono – come talvolta viene erroneamente detto – “valori” bensì, appunto, principi. Differenza fondamentale se si pensa che il concetto stesso di valore rimanda, per la sua validità, all’accoglienza o al rifiuto che riceve; viceversa un principio è, per così dire, uno scalino sopra, in quanto postulato indimostrato e provvisto di una sua evidenza propria, di ragione, che neppure abbisogna di ulteriori conferme sul piano argomentativo. Esempio: che uccidere sia male è assolutamente vero, sempre e comunque. Anche se delle leggi formalmente corrette – pensiamo alla legislazione nazista, ad esempio – lo permettessero.

Questo significa che i principi non-negoziabili, paradossalmente, rimangono tali anche se sono negoziati, mercanteggiati o calpestati. Il politico di turno, cioè, nel proporre o nell’emanare un provvedimento può scegliere di chiudere un occhio sulla difesa della vita o sulla tutela della famiglia, ma questa scelta rimarrebbe del tutto sua, personale, e in nulla depotenzierebbe l’urgenza di battersi per il rispetto della dignità umana dentro e fuori il contesto familiare. I principi non-negoziabili più di altri, insomma, sono validi in quanto tali, non hanno bisogno di dimostrazioni ma solo di un riconoscimento, perché – come detto – pre-esistono e continuerebbero a rimanere veri anche al di là delle nostre singole condotte di uomini e di cittadini, del nostro appoggio o della nostra avversità.

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