Pubblicità offensiva contro il Papa, mea culpa e riparazione di Benetton

Con una nota diffusa alla stampa e compiendo “un atto di liberalità a favore di un’attività caritativa della Chiesa”, il Gruppo Benetton ha ammesso “pubblicamente di aver urtato la sensibilità dei credenti” e riconosciuto che “l’immagine del Papa va rispettata e può essere usata solo previa autorizzazione della Santa Sede”. Lo sottolinea il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, che commenta la nota emessa venerdì scorso dal Gruppo Benetton in merito ai manifesti con un fotomontaggio in cui Benedetto XVI sembrava baciare in bocca un imam.

Da parte sua, precisa oggi il portavoce, “la Santa Sede non ha voluto chiedere risarcimenti di natura economica, ma ha voluto ottenere il risarcimento morale del riconoscimento dell’abuso compiuto e affermare la sua volontà di difendere anche con mezzi legali l’immagine del Papa”. E dunque “invece di un risarcimento economico è stato chiesto ed ottenuto dal Gruppo Benetton un atto di liberalità, limitato, ma effettivo, nei confronti di un’attività caritativa della Chiesa.

“Si chiude così, anche dal punto di vista legale, un episodio molto spiacevole, che – afferma padre Lombardi – non avrebbe dovuto avvenire, ma dal quale si spera di ricavare una lezione di doveroso rispetto per l’immagine del Papa, come di ogni altra persona, e della sensibilità dei fedeli”. Padre Lombardi tiene a spiegare però che alla positiva conclusione della vicenda si è arrivati “in base ad un accordo transattivo, del confronto fra i legali della Santa Sede, avvocati Giorgio Assumma e Marcello Mustilli, e quelli del Gruppo, confronto che ha avuto luogo, come era stato annunciato, ed era rimasto aperto finora”.

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