Quando finirà tutto questo? – Da Porta Sant’Anna

Me lo sono chiesta leggendo una notizia a dir poco agghiacciante. Una suora di 28anni, stuprata e segregata per giorni da un gruppo di uomini. E’ l’ennesima aggressione in uno degli stati più violenti contro i cristiani dell’India, la stessa così spirituale e affascinante, che spinge ogni anno milioni di turisti a visitarla. Eppure queste violenze, proseguono, non solo contro le donne in generale, ma proprio contro chi professa un credo religioso diverso.

Violenza domestica e antichi rancori, mascherati per odio religioso o viceversa? Questo forse non lo sapremo mai, ma resta il fatto che l’odio affonda la sua lama in una piaga di povertà ed ignoranza, tanto da portare un gruppo di uomini, tra cui il cugino della vittima, a seviziare una suora per giorni.

Secondo la ricostruzione della polizia la donna, originaria del distretto di Kandhamal, si sarebbe recata nell’aerea di Bamunigam, dopo aver ricevuto una telefonata in cui una donna le chiedeva una visita all’anziana madre, malata. La religiosa, una volta arrivata alla stazione di Bamunigam, sarebbe stata prelevata da un gruppo di uomini, che l’avrebbero portata in un luogo segreto e violentata per giorni, dal 5 all’11 luglio. Una notizia trapelata solo lunedì scorso e diffusa da Asia News, grazie alla forza della denuncia della religiosa, che nonostante sia stata minacciata di non rivelare nulla, una volta liberata invece ha denunciato il fatto alle autorità, che hanno già arrestato due degli aggressori. Secondo una prima ricostruzione, fornita dal fratello della vittima, ci sarebbero motivi familiari alla base della violenza.

“I colpevoli devono essere assicurati alla giustizia senza indugi e la legge deve fare il suo corso. Quanto accaduto è una vergogna”-, ha dichiarato ad Asia News monsignor John Barwa svd, arcivescovo di Cuttack-Bhubaneshwar, speriamo, aggiungiamo noi, che ciò avvenga al più presto!

Insomma una situazione inquietante, alimentata anche da un’altro terribile episodio, avvenuto nello stesso Stato.

Ovvero della morte del rev. Jaisankar, medico e pastore protestante della Blessing Youth Mission, nei dintorni di Lamtaput (distretto di Kandhamal). Il corpo martoriato del pastore, ritrovato qualche giorno fa, presso gli argini di un fiume, fa pensare ad un brutale omicidio. «Un pastore protestante per l’ennesima volta è stato ucciso e la polizia fa passare il suo omicidio per incidente», ha denunciato ad AsiaNews Sajan George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic).

Infine anche dal Pakistan non arrivano notizie confortanti.

Sajjad Masih, giovane della provincia del Punjab, sarebbe stato condannato all’ergastolo e ad una ammenda di 200 mila rupie pachistane (circa 2 mila dollari), in base alla severissima legge anti-blasfemia, con l’accusa di aver mandato alcuni sms a un religioso mussulmano e ad altre persone in cui insultava l’Islam. In realtà dopo diversi mesi di indagine, si era scoperto che il cellulare, da dove erano partitri gli sms “blasfemi” non era intestato al ragazzo, bensì a una giovane ragazza sempre cristiana di nome Roma che avrebbe rifiutato una sua proposta di matrimonio e quindi che gli sms erano mandati da lui per vendicarsi.

Che la religione sia quindi solo una scusa?

Fonte: Quando finirà tutto questo? – Da Porta Sant’Anna.

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