Quando Gesù subisce nuovamente l’umiliazione della colonna

Alcune iniziative musicali mirate a ridicolizzare il Sacrificio Eucaristico

di Stefano Cropanese

In un mio scritto del 2006 denunciai con forza che, prendendo parte ad una celebrazione eucaristica nuziale, provai uno smarrimento d’identità a dir poco grave visto che, nel corso del sacro rito, venne propagata una musica certamente non sacra, lontanissima dai basilari criteri della liturgia cattolica. Infatti, tramite una radio amplificata, vennero utilizzate niente poco di meno che canzoni di Lucio Dalla e di Eros Ramazzotti, durante la processione offertoriale, durante la Comunione e al momento delle firme.
Purtroppo, dopo lo spettacolo indecente messo in scena in occasione delle esequie del calciatore PierMario Morosini, non ci resta che meditare ulteriormente sulla crisi liturgico-musicale che sta investendo buona parte delle comunità parrocchiali e, quindi, tantissimi Sacerdoti.
Com’è noto, ai funerali di Morosini, è stata data l’opportunità di cantare durante la Messa un brano di Luciano Ligabue, forse col tentativo di onorare i gusti del defunto. Iniziativa che, semmai, sarebbe stata più opportuna promuovere al di fuori di un edificio sacro.
Dinnanzi alle numerose critiche, qualcuno ha scritto: cosa c’è di male nel compiere un gesto di “amore” nei confronti di un giovane defunto? Il problema è che un’iniziativa come quella di far cantare una canzone non sacra durante la Messa fa presupporre una chiara mancanza di rispetto nei confronti di Gesù Cristo il quale, umiliandosi e divenendo simile agli uomini, morì in croce, per la salvezza dell’umanità e, risorgendo, è rimasto come cibo e bevanda di salvezza proprio nell’Eucaristia: il mirabile sacramento che viene celebrato nella Santa Messa. Giovanni Paolo II, nella lettera apostolica “Mane nobiscum Domine”, scrive: “tutto il modo di attrarre l’Eucaristia da parte dei ministri e dei fedeli sia improntato a un estremo rispetto”. E ancora: Il mistero dell’Eucaristia “dev’essere ben celebrato, con una seria attenzione anche all’aspetto di sacralità che deve caratterizzare il canto e la musica liturgica”.
San Pio da Pietrelcina, infatti, affermava che durante la Messa, specie nella consacrazione delle specie eucaristiche, si sentiva come un uomo “crocifisso”, cioè come un uomo che viveva fino in fondo la passione e la morte di Cristo. Altro che barzellette e ridicoli spettacoli!

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