Quaranta anni di bugie.Così l’aborto è legale negli USA

I loro pseudonimi sono Jane Doe e Mary Roe, e sono le donne che hanno ricorso alla Corte Suprema degli Stati Uniti nel 1973 (i casi Roe vs Wade E Doe vs Bolton), portando – con una storica sentenza – alla legalizzazione dell’aborto negli USA. Ma entrambe queste donne hanno una storia nascosta, di cui si trova poco accenno sui media, e che invece è stata ricostruita nei dettagli dal sito LifeSiteNews che qui riprendiamo. Perché nessuna delle due donne coinvolte in questa storia ha poi effettivamente abortito. Anzi, sono entrambe attiviste pro-life. Ed entrambe hanno provato a far riesaminare le sentenze che le hanno rese celebri. Invano. Una storia che vale la pena di ricostruire oggi, quando negli USA si celebrano i 40 anni della legalizzazione dell’aborto e nel frattempo in Italia un ciclo di conferenze ha riportato all’attualità il tema dell’aborto post-nascita.

L’anniversario della Roe vs Wade ha rinfocolato il dibattito sull’aborto negli Stati Uniti. I vescovi americani, in occasione dell’anniversario della sentenza, hanno promosso una novena di preghiera e penitenza negli Stati Uniti – cominciata il 19 gennaio – mente i movimenti pro-life sono mobilitati per la Marcia per la vita che si terrà, a Washington, il 25 gennaio, dove sono attese decine di migliaia di persone. Editoriali pro e contro la legalizzazione sull’aborto, dibattiti sui giornali, sondaggi e bilanci di questi quaranta anni di aborto legale targato USA. Così, nel mezzo di questo fiume di notizie, rischiava di passare inosservata la nota divulgata da Sandra Cano attraverso una agenzia stampa cristiana chiedendo che le sentenze dei processi Roe vs Wade e Doe vs Bolton siano sovvertite. Non sarebbe una notizia, se non fosse che Sandra Cano è Mary Doe. Ovvero, nient’altro che l’accusatrice del processo Doe vs Bolton, la meno conosciuta del due casi della Corte suprema che hanno aperto al diritto all’aborto negli USA.

Sandra Cano cominciò il suo iter processuale nel 1970: aveva 22 anni, e aspettava il suo quarto figlio, dopo aver perso la custodia di due dei suoi bambini e aver adottato il terzo. In Georgia – dove Sandra Cano viveva – l’aborto poteva essere praticato solo in circostanze estreme. Gli avvocati però ritennero che a Sandra Cano dovesse essere concesso il diritto di abortire. La Suprema Corte – in una decisione resa pubblica lo stesso giorno in cui fu pubblicata anche la Roe vs Wade – diede ragione agli avvocati. Così, mentre la meglio conosciuta legge Roe vs Wade buttò giù tutte le restrizioni statali sulla prevenzione dell’aborto, la Doe vs Bolton estese il diritto di abortire a tutti i nove mesi di gravidanza.

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