Quei padri-padrone che l’Occidente non può tollerare | Thank You Oriana

Due buone notizie: non solo Almas, la diciassettenne pachistana rapita dal padre perché troppo attirata dalla vita occidentale, è salva, ma sfuggirà a un matrimonio combinato con qualche sconosciuto della sua stessa etnia, contro la sua volontà. Proprio questo meditava il padre per toglierle dalla testa tutte le fisime di un mondo che a lui fa paura, lo si è scoperto quando Almas è stata ritrovata dai carabinieri sulla via tra Fano e Marotta, nelle Marche dove la famiglia islamica abitava da 10 anni.

Ma dietro il sollievo per la sorte di Almas (per fortuna migliore di quella capitata a Hina, morta per la violenza di un altro padre-padrone) riaffiora nelle nostre cronache un fantasma che si pensava superato per sempre, il matrimonio imposto dai genitori, echi di un’Italia lontana, anche se non troppo. Un modello culturale arcaico, risbattuto in faccia all’Occidente dalle nuove etnie pachistane, indiane, egiziane, marocchine che ripopolano i nostri Paesi; e l’Europa ormai laica e illuminista è costretta, per quanto di malavoglia, a confrontarsi di nuovo.

Non facile avere dati su un fenomeno ultrasommerso, che in genere si consuma nel chiuso delle nuove famiglie che uccidono, ma secondo il Centro internazionale di ricerca sulle donne (Icrw) oltre 51 milioni di minorenni erano state costrette a sposarsi nel mondo contro la loro volontà nel 2003, cifra che è destinata a salire a 100 milioni nel giro di dieci anni. Vittime anche da esportazione ormai, visto che in Gran Bretagna sono più di 17 mila le donne che subiscono violenze per una questione d’onore (dati dell’Association of Chief Police Officiers).

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