“Rafforzare la tutela dei diritti umani” chiediamo al Commissario Europeo per i Diritti dell’Uomo dr. Nils Muiznieks ! Ma quale Istituzione la deve fare ?

“ Nonostante i recenti progressi in materia di diritti umani” ha scritto il dr.Thomas Hammarberg ex-Commissario per Diritti Umani del Consiglio d’Europa il 21 settembre 2009 a Strasburgo,” ancora oggi le persone con problemi mentali o disabilità intellettiva incontrano difficoltà nell’esercizio del proprio diritto di assumere decisioni che li riguardano” dove “la loro capacità giuridica limitata a volte addirittura viene privata”.

 

Ma quale Istituzione deve rafforzare la tutela dei diritti umani ? Forse il Parlamento Europeo ?

 

E così ancora una volta viene richiamata l’importanza del pieno rispetto delle disposizioni della “Convenzione per i diritti delle persone con disabilità” delle Nazioni Unite, dove dovrebbe essere applicato un ampio impegno della UE a costruire entro il 2020 un’ Europa senza barriere per i suoi cittadini disabili, come stabilito nella strategia UE sulla disabilità e come sottolinea la Commissaria Viviane Reding, continuando nell’affermare, rivolta ai malati psichici auspicando che “ le persone disabili siano messe al centro dei processi decisionali per la loro piena partecipazione nella società” .

 

Questo concetto è stato espresso dal Commissario Europeo per i diritti umani nel “rafforzare la tutela dei diritti umani”, continuando ad affermare che, quanto è avvenuto a suo tempo, “la richiesta della Svezia al Regno Unito per ottenere la consegna di Wikileaks, Julian Assange, è motivazione d’esame del mandato d’arresto europeo (EAW) e per questo è necessario ed urgente rafforzare la tutela dei diritti umani nelle procedure dell’EAW” ( ma “rafforzare la tutela dei diritti umani”, ci si chiede “implica e tutela anche quelli inerenti gli handicappati psichici “?!

 

Ma chi lo deve fare ? .

 

E’ auspicabile che quanto afferma il dottor Hammarberger, con quelle “valutazioni” di cui sopra, non siano la sola sintesi di programma per la soluzione di questa realtà sociale europea da troppo tempo ignorata per la gravità, l’urgenza, l’inadeguatezza, ma doveroso impegno da parte del nuovo Commissario Europeo dr.Nils Muiznieks per l’adozione di una Direttiva Comunitaria uguale e con la stessa valenza in tutti gli Stati UE, come ho richiesto con Petizione n.146/99 ed altre alla Commissione Europea ed al Parlamento Europeo da moltissimo tempo .

 

Il 2013 è stato proclamato “ Anno Europeo dei cittadini” dalla “ Decisione del Parlamento Europeo” e dal “Consiglio” il 23 novembre 2012 dove “ I Trattati Europei hanno creato il concetto di cittadinanza Europea”, allora si rinnova la domanda : perché non adottare una Direttiva Comunitaria sulla tutela degli handicappati psichici ?

 

Mi permetto ricordare, la differenzazione tra disabile e handicappato :

 

1.)    disabile è colui che è privato di una forza fisica ( esempio difficoltà nel superare le barriere etico-sociali ) ;

2.)    handicappato è colui che ha uno svantaggio in partenza, una difficoltà psicologica, una menomazione o involuzione della mente ( esempio l’impedimento di esprimere quel processo e complesso di efficienza globale e continua, una inferiorità autonoma di volontà intellettiva congenita o acquisita) , così come ritenuta dall’Organizzazione Mondiale  della Sanità .

 

A questo punto è quasi superfluo, ma ugualmente necessario, rilevare che l’handicappato psichico abbisogna, come ogni altro paziente di cure mediche, di attrezzature ad alta tecnologia atte alla prevenzione, alla cura ed all’eventuale inserimento sociale ed affettivo per ogni suo periodo di sofferenza e non di proposizioni lavorative, come invece contempla l’articolo 27 della “ Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità ONU ” ( Distr.General A/61/611 Sixty-First Session ), già ratificata in toto dal Parlamento Europeo .

 

Quella evidente inferiorità psichica può portare a gravi conseguenze per la famiglia e per la società, se non si danno misure sanitarie, legislative ed etiche specifiche, per ridurre i rischi dell’esclusione sociale, discriminazione come “impone” la “Convenzione” stessa.

 

Abbiamo sempre sperato che il Commissario Europeo per i Diritti Umani portasse all’incremento ed alla possibilità di intervento nel campo del disagio di patologie psichiche e che il Parlamento Europeo e la Commissione Europea all’unisono potevano esaminare la possibilità d’adeguamento comunitario utile ed atta alla riorganizzazione di questo vasto e grave settore di salute pubblica ritenuto necessario ed urgente, per aprire il cuore alla speranza delle famiglie di questi “malati” e dell’opinione pubblica che, anche in Europa, assume una rilevanza molto significativa.

 

Ancora una volta debbo ribadire che il voler accomunare la persona con minorazioni fisiche a quella con menomazioni mentali, senza riconoscere la diversità (Preambolo lettera i) si attua quella discriminazione che non rispetta la differenza della disabilità .

 

Ci chiediamo e domandiamo continuamente in riferimento alla “Convenzione ONU” come può una persona handicappata mentale, fra le principali capacità giuridiche compiere:

 

1.      “proprie scelte” che richiedono coesione di intelletto e responsabilità

art. 3/a

2.      “capacità giuridica”

  art. 12/2

3.      “controllare i propri affari finanziari ed avere uguale accesso a prestiti

bancari, mutui ipotecari

art. 12/5

4.      “veste di testimoni”

art. 13/1

5.      .“vivere in maniera indipendente”

art. 19

6.      “piena capacità mentale”

art. 26/1

7.      “ diritto di mantenersi attraverso il lavoro comprensivo ed accessibile

art. 27

8.      “ contrarre matrimonio”

art. 23/a

 

Tutte queste “azioni” necessitano condizioni di valutazione del concetto giuridico di consenso e volontà ?

 

Inoltre ci chiediamo e domandiamo, sempre in riferimento alla “Convenzione ONU” :

 

1.) se le “ metodologie sulla salute riproduttiva” possono dare adito all’applicazione dell’aborto, sterilizzazioni, forme di eutanasia per non dire eliminazioni di persone anziane, disabili o malati terminali, di cui agli artt.23 e 25 ? .

 

La risposta non può che essere positiva ed in questo sono in piena sintonia con la Santa Sede, in quanto si ripropone e si disattende la procreazione responsabile ed altro, in contrasto con l’art.10 per “l’inalienabile diritto alla vita”, con l’art.15 dove “ nessuno dovrà essere sottoposto ad esperimenti medico-scientifici” e con l’art.16 dove si è contro “ogni forma di sfruttamento, violenza od abuso” onde “impedire il rifiuto dell’assistenza sanitaria o dei servizi sanitari nonché di alimenti o liquidi a causa della disabilità”( art.25 lettera f).

 

Quanto sopra è tematica urgente, cruciale e quotidiana anche se il Testo è di riporto storico che l’Italia e la UE, ripeto, hanno ratificato come hanno già fatto 16 Stati membri, di una “Cart” di principi generali, ma “accettando” una discriminazione che è contraria alla Costituzione Europea e ad ogni forma etica di civiltà.

 

Nell’osservanza di un vero e proprio vincolo giuridico, la Comunità Europea ed in particolare l’Italia impegnandosi ad uniformare le proprie legislazioni a quelle norme di diritto internazionale per la protezione e la difesa della dignità umana, sia verso i disabili fisici che verso gli handicappati mentali, non hanno valutato, ripeto, la evidente discriminazione operata nei confronti delle persone con disordini psichici (speciale dossier)

 

Sono problemi rimasti in sospeso nel campo dei diritti umani che il dottor Hammarberg, ex segretario generale di Amnesty International, della Fondazione Olof Palme e di Save the Children doveva prendere a suo tempo in esame, misure per combattere il cattivo trattamento riservato, dove ora osserva “ la capacità giuridica delle persone con problemi mentali è limitata, a volte addirittura privata e vengono posti sotto la tutela di qualcuno titolato di assumere decisioni per conto loro” sollecitando “l’adozione di politiche che garantiscano la piena capacità giuridica dell’individuo, unitamente al diritto di richiedere un sostegno” : adozioni che non ha fatto !

 

Lo stesso ex-Commissario aveva raccomandato che questo sostegno sia regolato da norme che prevengano “possibili conflitti di interessi tra il disabile fisico e l’handicappato psichico”, nonché rischi di abusi, concludendo “che le persone disabili siano messe al centro dei processi decisionali unico modo per promuovere la loro inclusione e la loro piena partecipazione nella società “.

 

Ma con l’opinione pubblica, al nuovo Commissario Europeo per i diritti umani dr.Nils Muiznieks, ri-chiediamo : chi le deve dare queste norme e nel caso se ritiene di proporle ?

 

Attendiamo una risposta e con le parole del Beato Giovanni Paolo II° :” Andiamo avanti con speranza !”

 

Previte

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