Relazione “Cristiani per servire” inviata al Presidente del Consiglio

Al Senatore Mario Monti
Presidente del Consiglio dei Ministri
ROMA

Signor Presidente,

mi permetto di inviare la mia Relazione quale Presidente “Cristiani per servire” tenuta alla Conferenza Stampa del 10 dicembre 2009 nella “Sala Conferenze” Palazzo Marini della Camera dei Deputati in Roma Via del Pozzetto, 158 (angolo Piazza San Silvestro) sul tema : “Disagio mentale e budget del ricoverato.

Quanto mi permetto inviare è per “suggerire”, prima delle dimissioni del Suo Governo, considerare quanto anela il mondo cattolico e della sofferenza affinché nelle Sue possibilità ( e sono tante ! ) possa decretare o inglobare in un provvedimento legislativo urgente in favore degli handicappati psichici, che attendono assieme alle loro famiglie e per la sicurezza di tutti i cittadini, da ben 35 anni .

E’ un atto di giustizia che si richiede. Grazie.

Gentili Signori e Signore, Autorità tutte e cari amici,

prima di tutto vorrei proporre trenta secondi in ricordo delle persone innocenti cadute sotto i colpi mortali di persone psichicamente instabili:

Se dovessi dare un titolo ad un articolo sulla problematica del disagio mentale, scriverei :

Solidarietà = Dovere umano, morale della società e delle Istituzioni.

Anzitutto vorrei brevemente ricordare che oggi 10 dicembre 2009 ricorre il 61° anno della “Dichiarazione dei diritti dell’Uomo” dell’ONU, per la difesa dei diritti fondamentali della persona umana di cui :

all’art. 3 “Ogni individuo ha diritto alla vita”;

all’art.15 “Ogni individuo ha dignità e funzione meritevole di riconoscimento ed aiuti;

all’art.16 “La famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società ed ha il diritto di essere protetta dalla società e dallo Stato”. Quindi cellula primaria di ogni aggregazione sociale;

all’art.25 “Dove la maternità e l’infanzia hanno diritto alle curee e all’assistenza”.

Esaminiamo la tematica del disagio mentale e budget del ricoverato.

1.) In Europa.

La dimensione giuridica di quanti sono soggetti, deboli ed indifesi, portatori di minorità quali anziani, minorenni, handicappati psichici, disabili fisici e quanti si trovano in sofferenza umana, devono trovare nella società e nelle Istituzioni un concreto sostegno per l’esercizio al diritto del riconoscimento delle loro reali condizioni, diritti ribaditi nel Preambolo della Costituzione Europea, dove le Istituzioni Europee e quelle italiane devono essere più vicine ai cittadini, assumendosi le responsabilità.

Più e più volte la Unione Europea, ( e ne siamo orgogliosi per essere stati i primi a sollevare questo “bubbone” in Europa ) ha affrontato l’argomento inerente le malattie mentali, invitando gli Stati membri a “prendere misure per ridurre i rischi dell’esclusione sociale di questi malati ed a raccogliere dati sulle conseguenze sociali, economiche e di salute pubblica”, ma nulla è cambiato, almeno per quanto si riferisce l’Italia!

La Costituzione Europea, di recente approvazione, a nostro modesto avviso ha disatteso l’attenzione verso la malattia mentale, patologia assai diffusa anche in Europa, specie fra i giovani ed adolescenti.

La n/s Associazione con la Petizione n.146 del 21.12.2004 diretta al Parlamento Europeo ai sensi del Titolo 5° art.104, anche in virtù del principio di sussidiarietà e proporzionalità ha richiesto, e lo chiede sempre a tutte le Istituzioni ( anche italiane), una Direttiva Comunitaria relativo ai portatori di handicap psichici uguale e con lo stesso trattamento in tutti i 27 Stati membri della Unione Europea, in sicurezza, come è sancita dal Trattato di Schengen.

Ma l’Europa, malgrado grandi parole non interviene con concrete proposizioni legislative!

Il n/s Ricorso n.44330/06, alla Corte Europea di Strasburgo per richiedere una Direttiva Comunitaria sui portatori di handicap psichici, in data 4 dicembre 2008, è stato dichiarato irricevibile perché .”La Corte ha ritenuto che il diritto invocato ( una Direttiva Comunitaria) non figura tra i diritti e le libertà garantiti dalla Convenzione” ( ma quale?).

No comment!!!, lasciamo alla pubblica opinione l’interpretazione di questa Sentenza!.

Nel motto “Uniti nella diversità” i popoli europei vogliono restare un Continente aperto alla cultura al sapere, al progresso sociale e per una fattiva autentica integrazione europea.

2.) In Italia.

Ancora una volta dobbiamo riscontare che una certa preoccupazione si è insinuata nell’opinione pubblica italiana per la carenza di un sostegno legislativo, una legge-quadro di riforma dell’assistenza psichiatrica e finanziario per attivare, e dove non esistono, servizi pubblici essenziali inerenti quanti vivono in sofferenza psico-fisica, che si attestano, pare, in dieci milioni di persone, dalla depressione alla schizofrenia grave.

E’ emergenza perché nel n/s Paese ( da Fisam), pare :

  1. siano, circa 5.000.000 malati gravi non curati e depressi;

  2. solo circa 17.000 a carico del Servizio Sanitario Nazionale;

  3. solo circa 500.000 persone nell’anno che si recano nei Centri di Salute Mentale ;

Secondo il Ministero della Salute insistono 1.200.000 schizofrenici di cui in cura il 10%.

Il budget di spesa previsto per la psichiatria delle ASL in media nazionale è del 3%, mentre in Tanzania è del 7%, in Australia del 10%, in Inghilterra del 12%.

Da risultati statistici :

  1. il 4% della popolazione italiana soffre di disturbi mentali ;

  2. il 16% di varie forme di disagio mentale ;

  3. il 30% assume psicofarmaci ;

  4. il 15% delle famiglie sono colpite in almeno dei suoi componenti :

il 15% uomini ;

il 25% donne.

Il Piano Sanitario Nazionale 2003/2005 (Governo Berlusconi) sul problema inerente la salute mentale, pur riconoscendo urgenti necessari significativi interventi, era solo sintesi propositiva-programmatica di futuro decentramento definitivo dei poteri per la salute pubblica alle Regioni da parte dello Stato, quest’ultimo garante dell’equità di attuazione nelle singole realtà regionali e delle discrepanze tra il nord ed il sud d’Italia.

Comunque ha messo in atto programmi adeguati di sostegno alle famiglie. Questo è un bene!

Il Piano Sanitario 2006/2008 ( Governo Prodi) sulla tutela della salute mentale, riportando punti di criticità, ha solo istituita la “Commissione Nazionale per la salute mentale” in coordinamento con la “Consulta Nazionale per la salute mentale”, senza altri significativi riscontri a favore della patologia. Questo è un male.

Sul concreto quotidiano le Istituzioni non risolvono, dopo ben 31 anni, in maniera tangibile, le reali esigenze dei malati, delle loro famiglie e quello che preoccupa l’opinione pubblica è la sicurezza di tutti i cittadini, non parliamo del “dopodinoi”, cruccio delle famiglie per quando questi malati resteranno soli.

Questo Fondo Speciale Economico, lo abbiamo richiesto nelle n/s Petizioni al Parlamento Italiano ed Europeo, unitamente alle strutture che sono tutt’ora carenti o poco efficienti e tutto questo dovrebbe indurre l’Amministratore Pubblico a prevedere e provvedere quando il cittadino è in chiara difficoltà come quelli che, ripeto, insistono nel mondo della sanità e della salute.

In una prospettiva promozionale di ordinamento giuridico in cui “vivono” tutti, specialmente i malati mentali, teso alla valorizzazione della persona, alla tutela delle loro dignità e diritti, quali cittadini italiani ( artt.2, 3 32 della Costituzione Italiana ) e di cittadini europei ( art.II° 61 e 65 della Costituzione Europea), l’attenzione delle Istituzioni deve essere rivolta a considerare :

  1. il pieno rispetto della dignità della persona malata psichicamente ;
  2. l’autorizzazione al TSO Obbligatorio, anche in assenza del paziente, in determinate condizioni;
  3. la realizzazione di strutture territoriali di riabilitazione di lunga durata per i casi difficili da riabilitare, di competenza Regionale;

  4. la prevenzione dei disturbi di comportamento e di psicopatie in età evolutiva
  5. l’eventuale costituzione,ripeto, di un Fondo Economico Speciale ( Dopodinoi) formato dai beni che in eredità andranno al malato, e da versamenti da parte dello Stato come previsto dalla 328/2000. Ci auguriamo non sia una vaga chimera.

  6. un servizio di pronto intervento a domicilio .Ciò richiederebbe uno sforzo organizzativo, ma meno oneroso rispetto alla degenza ospedaliera;

  7. la possibile attivazione della ricerca scientifico-farmacologica sulle malattie mentali. Questa è stata offerta e proposta dal 5° Programma Quadro della Comunità Europea per il periodo 1998-2002;

  8. aggiornamento degli assegni di assistenza collegati agli indicatori dell’inflazione ed al costo della vita, gli importi delle pensioni, assegni e indennità è mediamente di euro 255,13 al mese. Una vera vergogna;
  9. il riconoscimento della deducibilità dal reddito complessivo agli effetti IRPEF delle spese socio-alberghiere sostenute dalle famiglie i cui familiari sono stati dimessi dagli ex-Ospedali Psichiatrici;

  10. chiusura entro il 30 Marzo 2013 degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari ( in numero di 6), adeguando la normativa penale a quella civile;

  11. nuove terapie in psichiatria, evitando il ricorso all’elettroskoc , ai psicofarmaci e quelli “retard”, ai legacci, cinghie di contenzione e braccialetto elettronico ;

  12. aumento dei posti letto da 15 a 30 anche per i minori, perché non ha senso impegnare nelle 24 ore medici ecc. solo per un massimo di 15 pazienti, quando pare logico raddoppiare il numero, come le unità operative delle altre discipline di base;

  13. riqualificazione Operatori Sanitari ( medici ed infermieri);
  14. se i ricavati nelle alienazioni delle ex-;aree o.p. sono stati “usati” per la psichiatria ;
  15. l’uso dell’8 per mille a sostegno di progetti di strutture atte alla cura dei malati ed oltre i normali finanziamenti del SSN, l’utilizzazione di una parte di proventi derivanti dalla gara per le licenze UMTS il telefonino di 3° 4° e via dicendo generazione ;

  16. la promozione di una Indagine Parlamentare sulla :
    1. sulla situazione in atto dell’assistenza psichiatrica ;
    2. sull’uso ed impiego illegale della terapia dell’elettroskoc e del braccialetto elettronico ;
    3. per conoscere quale collocazione è stata disposta sulle pensioni non riscosse degli “ospiti” degli ex – .ospedali psichiatrici giacenti nelle banche nonché negli Uffici Postali ;

    4. rendiconti dei proventi degli ex- ospedali psichiatrici ;
  17. dotare strutture di spazi interni e di spazi esterni col verde ;
  18. emissione di un Testo Unico per raccogliere le diverse normative sull’handicap, oggi troppo frammentarie ( l’aveva promesso l’On. Berlusconi) ;

  19. richiesta della Relazione Trimestrale del Ministro della Salute sulle iniziative a livello nazionale e regionale. Conosciamo solo quella del 30.6.2004.( Ministro Sirchia).

  20. Indizione di una “Giornata Nazionale di Informazione” sul tema malattie mentali, come ha ipotizzato la Commissione Europea ( su mia richiesta prot.15406 del 14 novembre 2000).

Purtroppo la n/s società sta perdendo la fiducia nelle istituzioni ed anche quei diritti che fanno parte dell’etica civile, perché sono i fatti concreti che in questo comparto sanitario non riscontriamo e non vediamo.

Quel quotidiano diverbio politico, quel catastrofismo, quell’ignorare ogni valore morale, ci auguriamo non facciano perdere quel rispetto della dignità della persona, anche malata, perché tutti sono cittadini ed anche europei, verso i quali la solidarietà deve essere un umano dovere.

Forse sarebbe meglio mirare al bene del Paese, smettendo di azzuffarsi come i famosi capponi di Renzo nei “Promessi Sposi” di manzoniana memoria.

Comunque debbo aggiungere che la Chiesa tutta, con i suoi Vescovi, ha sempre difeso la vita e la dignità di ogni persona e per questo vorrei ricordare che due Pontefici :

uno polacco, Papa Woityla fedele al Suo spirito battagliero ed alla Sua capacità di relazione con i Governi e la parte laica ;

l’altro tedesco, Papa Ratzingher con il tono risoluto, ma nel contempo pacato ;

sono stati ambedue di pungolo nel quadro politico-sociale per quanto concerne la problematica della sofferenza psichica.

Ultimamente ( 6 novembre 2009 ) Mons. Mariano Crociata Segretario Generale della Conferenza Episcopale ha sottolineato che il ruolo delle istituzioni sanitarie cattoliche devono favorire una cura “più umana” della persona.

Ora, oggi 18 dicembre 2012, prima delle dimissioni, chiediamo al Governo Monti :

di tenere conto quanto abbiamo richiesto nelle n/s Petizioni n 5 e 6 assegnate alle Commissioni Igiene e Sanità ed Esteri del Senato della Repubblica e n. 9 alla Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati per una legge quadro nazionale :

http://digilander.libero.it/cristianiperservire/pdf/Petizione%20al%20Parlamento%20Italiano.pdf

http://digilander.libero.it/cristianiperservire/News2011/050911.htm

che, poi, ogni singola Regione l’approva a secondo delle situazioni locali :

1.)rivedere la legge Basaglia n. 180 e 833/1978 in soli due punti :

a.) l’autorizzazione al trattamento sanitario obbligatorio anche in assenza del consenso del paziente, almeno in determinate condizioni.

b.) la realizzazione di strutture territoriali di Riabilitazione di lunga durata per i casi più difficili da riabilitare, onde evitare che sulle famiglie gravi un carico insostenibile di disagio, costi e pericoli.

Queste due modifiche, con le dovute garanzie del rispetto del paziente e dei suoi familiari, non hanno purtroppo trovato l’attenzione di qualche Deputato, per cui il Testo Unificato Burani Procaccini Concordato con tutte le parti politiche si è arenato in Parlamento nel 2005.

2.) La competenza di istituire Servizi di Riabilitazione territoriali e Servizi di vicinanza, che consentono di rilevare precocemente comportamenti anormali di pazienti noti o di persone ignote, è una competenza regionale. Purtroppo per la psichiatria si continua ad investire poco, malgrado l’evidenza che questa è un’area di disagio estremamente critica ed in aumento legata fra altro alla senescenza in forme miste ancora più complesse.

3.) L’aspetto sanitario è solo una parte del “problema”, in quanto l’aspetto sociale è altrettanto se non più importante. Il definire sostegni economici alle famiglie che si gravano dell’assistenza ai pazienti con handicap mentale, cioè il Fondo Dopodinoi, l’inserimento lavorativo e di sostegno con mediazione tra Azienda e paziente, il sostegno scolastico ecc., sono temi che competono ad altri Ministeri e che non sono mai stati affrontati in maniera decisiva.

4.) La prevenzione in età scolare dei disturbi del comportamento e delle psicopatie in Italia non viene fatta, malgrado si sappia che questa azione preventiva può consentire di affrontare le psicosi ( malattie del sistema nervoso dovute a causa congenite – nascita prematura, difficoltà respiratorie, lesioni celebrali ), mentre le nevrosi o turbe psichiche non psicotiche (sono la facile irritabilità, difficoltà motorie, totale mancanza di fiducia negli adulti, paura di andare a scuola o di stare insieme ai coetanei ) ed in particolare la schizofrenia in modo migliore e più efficace.

Per fare questo è necessario aprire un Tavolo Tecnico composto da rappresentanti dei vari Ministeri, delle Regioni e del volontariato, onde fare una proposta condivisa data l’attenzione massima che, non solo in Italia, è riservata al tema del disagio mentale.

Signor Presidente del Consiglio dei Ministri: attendiamo fiduciosi da Lei un segno che “parla di equità”, ce lo dica con tutta franchezza :trova posto nel quadro delle riforme un urgentissimo provvedimento legislativo di riforma della legge sulla malattia mentale ?

Ci possiamo contare per non assistere, ripeto, a morti innocenti per la carenza di valide strutture atte alla prevenzione, cura e reinserimento sociale di questi “malati”, provvedimenti attesi dal mondo cattolico e della sofferenza ?

La sola “cosa certa” che resta a quei inermi concittadini colpiti da handicap psichico, alle loro famiglie ed a noi cittadini per la nostra sicurezza è la speranza che la sconfitta fin oggi registrata sia un domani di sincero rispetto e concreto realismo !

3.) “ Budget del ricoverato”: chiediamo di conoscere la verità!

Non a caso ho lasciato per ultimo questa “situazione “, perché desidero che sia ben valutata dalla stampa nel massimo della chiarezza.

Questa “forma”, non trova riscontro nelle regole statutarie, ma, pare, che si possa trovare in alcune politiche sanitarie regionali e potrebbe consistere nel limitare, nel nome del risparmio, il diritto alla vita ed alla salute dei cittadini, disumanizzando il rapporto sociale.

Ora nelle leggi finanziarie, nella ripartizione delle spese sostenute dalle Regioni e nelle convenzioni stipulate con ospedali pubblici e privati, la parola d’ordine, pare, sia quella di spender meno, restringendo i tempi di degenza perfino per fasce dì età ed in qualunque condizione di salute si trovi il malcapitato.

Certamente a rischio e maggiormente penalizzate vengono a trovarsi le persone in età avanzate come i disabili fisici, gli handicappati psichici, i malati terminali, le persone anziane in quanto la patologia da essi subita abbisogna di prestazioni sanitarie molto costose ed in nome del superiore concetto del risparmio si pensa che per costoro le speranze di vita siano residue.

Non vogliamo pensare che si faccia come Lucrezio, poeta latino, che suggeriva ai medici per convincere pazienti riluttanti a bere una medicina amara cospargendo il calice con miele in maniera che il malato imbevesse il farmaco, ma, pare, che vengano dimessi in nome, ripeto del “risparmio” , dalle strutture ospedaliere persone, anche disabili, agonizzanti ed in tarda età.

Questa allora è pura e mascherata passiva eutanasia.

Attiva, con azione diretta, passiva quale omissione di soccorso.

E’ necessario valutare l’uomo-debole nella sua realtà, anche sociale ed economica, del tempo in cui vive e nell’ambito della sua indifesa salute perché non ha più capacità funzionanti, ma ha una sua dignità che lo deve contraddistinguere in una società, anche europea, in cui la democrazia è responsabile e deve essere attenta allo stesso.

La discriminazione verso persone disabili è contro ogni ideale della Unione Europea di cui facciamo parte.

Ne consegue l’abbandono di una nozione assoluta ed astratta di uomo-soggetto, a favore di una concezione più umana che faccia riferimento alle concretezza delle singole persone con le loro esigenze, con le necessità e prerogative, ma anche con i doveri che impone la solidarietà in quanto partecipi della stessa comunità.

Ora se abbiamo ricorso alla Petizione, ai sensi dell’art.50 della Costituzione Italiana, per richiedere al Parlamento una doverosa chiarificazione, è perché l’appello da noi lanciato alle Istituzioni ha trovato un silenzio, tutt’ora in itinere, che non piace alla logica dell’etica pubblica e che ci ha indotto a supporre di incamminarci sulla strada dell’imbarbarimento, inizio della fine della nostra civile connivenza.

Per chiarire la n/s Petizione, secondo l’art.109 Capo XXV°, l’esame delle Petizioni che avviene nella Commissioni possono concludersi con una risoluzione diretta ad interessare il Governo alle necessità esposte, ovvero con una decisione di abbinamento con un eventuale progetto di legge all’Ordine del Giorno.

Ho dovuto entrare ed accennare nel diritto pubblico, quello costituzionale, in quanto le Petizioni sono espressione della volontà dei cittadini che in tale maniera esercitano il principio della “sovranità popolare” nell’articolo 1 della Costituzione Italiana ( troppe volte citata e poco materializzata), mediante la democrazia diretta ( referendum, plebiscito, petizione) e l’Ente che la riceve ha l’obbligo di una democratica attenzione, valutazione e risposta.

Il diritto di petizione spetta a quivis de populo, cioè ad ogni cittadino maggiorenne, per essere un mezzo di collaborazione di tutto il popolo all’opera legislativa esplicata dalle Camere Legislative, perché permette a chiunque di segnalare le necessità e le aspirazioni, le esigenze della gente ed aggiungo per il bene comune.

E’ quello che abbiamo fatto ed attendiamo una risposta con la Petizione dai due Consessi Legislativi.

Se questa “teoria” del “budget del ricoverato” si va avverando, allora non possiamo che ritenere, ripeto, essere pura eutanasia, che nulla a che fare con il testamento biologico, essendo questo una indicazione di volontà personale, mentre l’eutanasia è il procurare ad un ammalato la fine della sua esistenza.

Inoltre in antitesi con l’art.25 lettera f) della “Convenzione sui diritti delle persone con disabilità” dell’ONU ( ratificata in toto dal Governo in carica con il disegno di legge n.2121 art. 2° del 20 febbraio 2009), che stabilisce di

Impedire il rifiuto dell’assistenza sanitaria o dei servizi sanitari, nonché di alimenti o liquidi a causa della disabilità”.

Ippocrate, padre della medicina ha adottato il principio :” Non darò a nessuno alcun farmaco mortale, neppure se richiestomi, né mai proporrò un tale consiglio”, ed ancora “ L’uomo è ministro ed interprete della natura, se ad essa non obbedisce, ad essa non può comandare”.

La medicina ed il dovere del medico è quello di proteggere la salute, guarire le malattie, alleviare la sofferenza.

Infatti la Raccomandazione n.776/1976 del Consiglio d’Europa afferma “ che il medico deve placare le sofferenze e che non ha diritto di accelerare il processo di morte”

Pertanto riteniamo essenziale che le Autorità Pubbliche adottino opportuna vigilanza al fine di garantire ad ogni persona il diritto a continue e specifiche cure fino al compimento naturale della vita dei cittadini ed al Senato della Repubblica ed alla Camera dei Deputati con cortese urgenza di far conoscere la verità.

Purtroppo insiste in Italia una confusione morale, che determina una esaltazione di “cose marginali”, troppo lunghe da citare, anziché preoccuparsi di priorità che interessano da vicino milioni di persone, che sarebbe riduttivo dire in difficoltà, data la loro situazione di grande disagio e sofferenza.

Roma, 10 dicembre 2010

Signor Presidente del Consiglio dei Ministri, ripeto, il mondo cattolico, quello della sofferenza e l’opinione pubblica attendono da Lei un senso di giustizia .

Con sinceri Auguri di un Santo Natale ed un 2013 che sia apportatore di pace e giustizia.

Grazie

Che Dio ci benedica e ci aiuti !

Previte

[email protected]

Inviato al Signor Presidente del Consiglio dei Ministri, oggi 18 dicembre 2012.

http://digilander.libero.it/cristianiperservire

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