Riforma dell’ora di religione: la parola allo studente

Insegnamento Religione Cattolica (IRC), un’espressione che dice ben poco a buona parte degli studenti italiani. Interrogando in merito gli interessati, sarà un bene se questa viene riconosciuta sotto il generico appellativo “ora di Religione”, visto che è molto più facile sentirsela chiamare “ora persa” o “ora di buco”. Potrebbe rivelarsi sociologicamente interessante, inoltre, verificare quanti studenti siano in grado di menzionare un solo tema affrontato in corso d’anno. Perché, diciamocelo: l’IRC nelle scuole italiane conta quanto il reale nei reality show, checchè ne dicano ministri dell’istruzione e benpensanti.

Tale affermazione suscita solitamente alcune tipiche reazioni: “Ignorata? Anche se è presente nel sistema scolastico italiano fin dalle elementari?” o “Perché i docenti dovrebbero essere selezionati dalla CEI?”, per concludere con il celeberrimo “In quale paese europeo esiste un’ora di “religione” nelle scuole? Le solite ingerenze vaticane!”

Pochi, tuttavia, sembrano sapere che l’esistenza dell’IRC è dovuta a nulla più che un compromesso. Ignorato dalle masse, disprezzato dai laici e osannato dai cattolici, questo compromesso è storicamente conosciuto con il nome di “Patti lateranensi”. E’ innegabile che i documenti presentati alla Chiesa Cattolica Romana dall’Italia fascista mostrassero non poche aperture verso l’affermazione cattolica nell’anticlericale Italia post-risorgimentale. E’ doveroso negare, parimenti, che si sia trattato di un’apertura totale.

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