Roccella: “La biopolitica che verrà sarà sempre più intrecciata alla politica, all’economia, al welfare” | l’Occidentale

18 Gennaio 2013

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La biopolitica si è presentata all’opinione pubblica finora in due modi: attraverso casi e battaglie apparentemente sganciati dalla quotidianità (come il caso Englaro), o attraverso la discussione e l’approvazione di leggi molto particolari (come la legge 40).

Potrebbe quindi sembrare che di questi temi si possa fare a meno in un programma elettorale o un’agenda di governo, perché occasionali e non urgenti, e alcuni (tra cui Monti) ritengono di poter lasciare le questioni che hanno valenza etica alla coscienza personale dei parlamentari.

Ma presentarsi ai cittadini senza una linea chiara in questo ambito è come escludere le politiche ambientali, o quelle energetiche, o la politica estera dall’agenda, lasciando ai singoli la libertà di regolarsi secondo coscienza in caso di catastrofe ecologica, di crisi energetica o conflitto internazionale.

Man mano che ci addentriamo nell’epoca della rivoluzione antropologica, sarà sempre più evidente che il carattere episodico dei “casi” è solo apparente, e che si tratta in realtà di fatti che emergono all’interno di un tessuto di cambiamenti che chiedono di essere governati. Sono scelte essenziali, che si intrecciano con tutte le altre scelte di governo e spesso ne costituiscono il presupposto.

Nella biopolitica che verrà, quindi, i valori non negoziabili (cioè la tutela della vita dal concepimento alla morte naturale, della famiglia basata sul matrimonio fra un uomo e una donna e della libertà di educazione) avranno sempre più continuità e contiguità con altre aree di problemi: dall’organizzazione sanitaria al welfare e all’organizzazione del lavoro, dalla sostenibilità della spesa al modello possibile di integrazione dei migranti.

L’esempio più clamoroso di questo intreccio è la definizione del modello di famiglia, questione che oggi si tende a vedere solo dall’angolazione dei diritti della coppia (mettendo in secondo piano spesso persino i diritti dei figli), mentre ogni scelta in questo senso implica ricadute sociali ed economiche anche molto vistose, per quanto riguarda la natalità, la genitorialità e l’educazione dei figli, la spinta verso le responsabilità e il lavoro dei giovani, l’assistenza agli anziani e ai malati, e in genere lo sviluppo del paese.

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