di Nina Achmatova
La Chiesa ortodossa chiede che siano trovati i responsabili degli attacchi. Anche il marito di una delle Pussy Riot condanna gli attacchi, mentre le Femen dall’Ucraina invitano a continuare.
Mosca (AsiaNews) – Quattro croci di legno sono state tagliate e abbattute in due diverse regioni della Russia, rinfocolando polemiche sul rispetto dei valori e dei simboli religiosi, dopo lo scandalo internazionale provocato dalla condanna delle Pussy Riot. La Chiesa russo-ortodossa ha chiesto alle autorità di fare giustizia sui casi verificatisi nelle regioni di Chelyabinsk e Arkhangelsk nella notte tra il 24 e il 25 agosto scorso, due settimane dopo che le femministe del gruppo ucraino Femen avevano usato una motosega contro una croce a Kiev. L’azione era una protesta per la condanna a due anni di detenzione delle Pussy Riot, la band punk che ha inscenato una performance anti-Putin nella cattedrale di Mosca, in un processo che secondo molti è stato voluto dal Cremlino in accordo col Patriarcato russo-ortodosso.
In un’intervista alla radio Eco di Mosca, Anna Shevchenko, membro delle Femen, ha appoggiato gli attacchi ai simboli religiosi in Russia e ha invitato a continuare, pur sollevando da ogni responsabilità il gruppo femminista ucraino.
Vsevolod Chaplin – a capo del dipartimento del Patriarcato russo-ortodosso per le relazioni con la società – ha chiesto alla polizia di trovare i vandali e consegnarli alla legge. “Queste azioni parlano chiaramente dei valori morali di chi sta attaccando la Chiesa – ha detto a Interfax – con queste azioni simboliche stanno cercando di imporre la loro volontà sulla maggioranza della popolazione”.
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