“Scappa dalla cappella” a Singapore

L’arcivescovo Nicolas Chia di Singapore ha accettato le scuse di “Creative Insurgence”, una compagnia organizzatrice di eventi che ha organizzato per la sera del sabato santo un evento di ballo in quello che una volta era un convento; e soprattutto che l’ha pubblicizzato su Internet con la foto di una donna col velo da suora e per il resto abbigliata in maniera provocante.

di Marco Tosatti

L’arcivescovo Nicolas Chia di Singapore ha accettato le scuse di “Creative Insurgence”, una compagnia organizzatrice di eventi che ha organizzato per la sera del sabato santo un evento di ballo in quello che una volta era un convento; e soprattutto che l’ha pubblicizzato su Internet con la foto di una donna col velo da suora e per il resto abbigliata in maniera provocante. Singapore è un luogo in cui le autorità sono particolarmente attente alle occasioni che possano creare incidenti di carattere etnico o religioso. Di conseguenza la polizia sta facendo indagini, perché la Legge nazionale sulla Sedizione proibisce chi promuove “sentimenti di malevolenza e ostilità fra razze e classi di popolazione differenti a Singapore”.

La Settimana Santa in effetti forse non è il momento più adatto per promuovere un evento del genere, e in particolare in un ex convento, e con un tipo di pubblicità provocante. Così, dopo la protesta dell’arcivescovo, il direttore esecutivo di Creative Insurgence ha tolto da Facebook la foto incriminata, e ha porto le sue scuse in una visita all’arcivescovo. “Cogliamo l’occasione per far capire quanto siamo profondamente addolorati per il sommovimento che abbiamo creato alla comunità cattolica nei giorni che portano a uno dei loro weekend più sacri”, ha detto Aaghir Yadav.

“Non era nostra intenzione offendere o prenderci gioco della fede cattolica e siamo spiacenti per lo scarso giudizio dimostrato nella nostra decisione di marketing”. I cattolici di Singapore sono il 7 per cento della popolazione, mentre i cristiani in generale sono il 18 per cento, percentuali maggiori dei seguaci dell’islam (15 per cento) e degli indù (5 per cento). Il buddismo (33 per cento) è la religione dominante, gli atei dichiarati sono il 17 per cento e i taoisti l’11 per cento.

Fonte: LASTAMPA.it.

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