SCOLA – Magatti: senza Dio la società “impazzisce”. Anche quella dei laici

Mauro Magatti venerdì 7 dicembre 2012

Nel suo discorso in occasione della festa di S. Ambrogio, il cardinale Scola ha posto un problema di fondo che riguarda la società contemporanea: nel corso della seconda parte del XX secolo, le democrazie liberali  tendono a scivolare verso una nuova condizione,  che assume implicitamente ma decisamente la non esistenza di Dio.

Un modello  che  si rifà, in ultima istanza, a quello francese della laicità: è nel paese in cui Luigi XIV  affermava “lo stato sono io”, che la rivoluzione – condotta contro il re e contro la Chiesa – ha portato a fondare direttamente sullo stato – inteso come la comunità dei cittadini – la stessa vita comune. Negli ultimi decenni, le trasformazioni intervenute nelle democrazie e nel capitalismo contemporanei hanno spinto nella medesima direzione. C. Taylor, uno dei più importanti filosofi contemporanei,  definisce  come “l’età secolare” questa nuova configurazione, che consiste nel  passaggio da una società in cui la fede in Dio era data per scontata a una in cui viene considerata come un’opzione tra le altre, e spesso non come la più facile, nè felice, da abbracciare. Di fatto, nelle strutture culturali del nostro tempo, nascosto dietro il velo della tolleranza, si rafforza il dogma della “equivalenza dei significati”: dato che  tutto è opinione soggettiva, anche credere in Dio rientra in questo quadro. Si può benissimo credere, ma si tratta di una scelta privata. Qualcosa che riguarda la propria coscienza, senza implicazioni dirette sulla sfera pubblica.

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