Se Asia Bibi è stata assolta è anche merito di martiri silenziosi come Mushtaq Gill | Tempi

Per avere difeso la donna e tanti altri cristiani perseguitati, l’avvocato è dovuto scappare con la famiglia in Sri Lanka nel 2016: «Ricevo ancora minacce di morte da estremisti islamici: “Ti troveremo e ti uccideremo”»

Sardar Mushtaq Gill al centro nella foto

«Sono entusiasta per l’assoluzione di Asia Bibi e ringrazio anche la comunità internazionale. Ora spero che il Pakistan diventi un paese davvero laico e la legge sulla blasfemia venga abolita». È quanto dichiara a tempi.it Sardar Mushtaq Gill, avvocato e difensore dei diritti umani pakistano, una delle tante persone che hanno aiutato Asia Bibi nel suo lungo cammino processuale (terminato ieri con una storica assoluzione). E anche uno di coloro che hanno pagato a caro prezzo questo sostegno.

MARTIRI SCONOSCIUTI

Asia Bibi ha preferito il lungo martirio del carcere (3.420 giorni, quasi 10 anni) e avrebbe affrontato anche l’impiccagione pur di non convertirsi all’islam, come le aveva proposto in cambio dell’assoluzione il primo giudice che la condannò a morte in primo grado nel 2010. Ma la storia di questa madre cattolica, forte ogni oltre immaginazione, è costellata di martiri, più o meno conosciuti, che si sono spesi per lei e per difendere i cristiani perseguitati.

SHAHBHAZ BHATTI E SALMAN TASEER

I due più famosi sono ormai conosciuti da tutti: il ministro cattolico per le Minoranze Shahbaz Bhatti e il governatore musulmano del Punjab Salman Taseer. Entrambi sono stati assassinati nel 2011, a poche settimane di distanza, solo per avere difeso la donna e per avere osato dichiarare che la legge sulla blasfemia, troppe volte abusata in Pakistan, va cambiata.

EROE SILENZIOSO

Uno di questi eroi silenziosi, di cui si è sentito parlare molto meno, è Sardar Mushtaq Gill. L’avvocato, direttore nazionale di Lead, è stato tra i difensori di Asia Bibi davanti all’Alta Corte nel processo di appello. Ha anche seguito alcuni dei casi più delicati di persecuzione dei cristiani, rappresentando i figli e i parenti della coppia cristiana (Shama e Shehzad Bibi) bruciata viva nel 2014 nel villaggio Chak 59. A causa del suo impegno, ha cominciato a ricevere numerose minacce di morte, che l’hanno costretto a scappare dal paese.

GENITORI RAPITI

Dopo aver seguito quest’ultimo caso, la situazione per Mushtaq Gill è rapidamente peggiorata. La sua casa è stata più volte attaccata da estremisti islamici; suo fratello è stato attaccato e ferito da uomini armati con lo scopo di convincere Gill ad abbandonare il suo lavoro; il 22 maggio 2016 i suoi genitori e sua sorella sono stati rapiti e poi rilasciati, con questo messaggio rivolto all’avvocato: «Smetti di difendere i cristiani in casi di blasfemia».
Dopo essere stato costretto ad abbandonare la sua casa e a vivere nascosto, e dopo aver ricevuto nuove minacce di morte, l’8 agosto con i soldi ricavati dalla vendita della sua casa Mushtaq Gill è fuggito dal Pakistan insieme alla moglie Neelam e ai quattro figli Anisha, Zair, Vaneeza e Zari.

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