Sinodo e Anno della Fede. Interviste a Camisasca e Santoro | Tempi.it

ottobre 6, 2012 Ubaldo Casotto

Oggi Cristo è sempre più estraneo anche agli stessi cattolici. Per i vescovi Camisasca e Santoro è questo lo scopo del Sinodo e dell’Anno della fede. «Mostrare la bellezza che il cristianesimo introduce nella vita

Un anno per riporre al centro la questione di Dio, che secondo Benedetto XVI è il “grande sconosciuto” del mondo contemporaneo.

L’11 ottobre prossimo inizierà l’Anno della fede indetto dal Papa, verrà inaugurato mentre è in pieno svolgimento il Sinodo dei vescovi su “La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana” (7-28 ottobre 2012).

L’evidente preoccupazione di Benedetto XVI è ben espressa dalla domanda evangelica: «Quando il Figlio dell’uomo tornerà, troverà ancora la fede sulla terra?». Sulla terra vuol dire anche nella Chiesa, e pare questo il cruccio di Papa Ratzinger, che nel documento in cui spiega perché ha voluto l’Anno della fede, scrive: «Capita ormai non di rado che i cristiani si diano maggiore preoccupazione per le conseguenze sociali, culturali e politiche del loro impegno, continuando a pensare alla fede come un presupposto ovvio del vivere comune. In effetti questo presupposto non solo non è più tale, ma spesso viene perfino negato» (Porta Fidei).

Che cosa sia la fede Benedetto XVI l’ha detto sin dalla sua prima enciclica: «All’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva» (Deus caritas est). Ora convoca un Sinodo per discutere con i vescovi come l’evangelizzazione, il cui obiettivo è la realizzazione di questo incontro, debba rinnovarsi, possa farsi “nuova”.

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