Sinodo. Mons. Onaiyekan: i cristiani in Nigeria rispondano con la pace alle violenze estremiste

La religione non venga manipolata dalla politica, ma sia uno strumento di pace. E’ con questa esortazione che i Padri sinodali hanno espresso vicinanza e solidarietà alla Nigeria. Nel Nord del Paese, scenario di attentati condotti dai fondamentalisti di Boko Haram spesso contro luoghi cristiani, la Chiesa è impegnata nella promozione della giustizia e della pace. Lo conferma l’arcivescovo di Abuja, John Olorunfemi Onaiyekan, al microfono del nostro inviato al Sinodo Paolo Ondarza:
R. – La Chiesa in Nigeria è parte della comunità nigeriana e, in quanto parte della comunità nigeriana, si trova sotto la pressione di gruppi terroristici islamici che hanno causato tanto disordine, particolarmente nel Nord. Non credo si tratti di un attacco diretto soltanto ai cattolici o, più in generale, ai cristiani. Stiamo parlando di un problema nazionale, anche il governo nigeriano lo considera tale. Non si deve dimenticare che la Nigeria non è un Paese islamico dove i cristiani sono una minoranza sotto persecuzione. Il nostro presidente è un cristiano anglicano. Il presidente del nostro Senato è un cattolico. Insomma, non si deve pensare alla Nigeria o ai cristiani della Nigeria come ad un piccolo gruppo sotto persecuzione. Ci troviamo di fronte ad una sfida enorme: la nostra situazione richiede che i cristiani, e i cattolici in particolare, vivano la loro fede con convinzione e specialmente che siano uomini di pace.

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