Siria, Aleppo alla fame. L’odissea di un cristiano | Tempi.it

luglio 18, 2013 Redazione

La zona della città controllata dal governo è ridotta alla fame. La testimonianza di un cristiano che si finge musulmano per andare nella zona controllata dagli jihadisti a comprare da mangiare.

Aleppo, la seconda città più grande della Siria, è divisa da tempo a metà: la parte est è controllata dai ribelli jihadisti di al-Nusra, che hanno instaurato un califfato, quella ovest è ancora nelle mani del governo. Da oltre una settimana i ribelli sono riusciti a bloccare tutte le vie di accesso ad Aleppo ovest e il prezzo dei generi alimentari è schizzato alle stelle, così che molte persone rischiano ormai di morire di fame. Riportiamo la testimonianza di un cristiano di Aleppo ovest, raccolta da Le Veilleur de Ninive e tradotta da Ora pro Siria, che ha rischiato la vita per andare a comprare il pane ad Aleppo est.

Siccome nei quartieri cristiani di Aleppo non c’è pane, né carne e neppure lattine di qualsiasi cibo conservato, amici curdi e musulmani mi hanno esortato ad unirmi a loro per un’intrusione nel quartiere Bustan al-Qasr, settore della città di Aleppo attualmente controllata da Djabhat al-Nosra [al-Nusra], al fine di rifornirmi con i prodotti che vendono nella loro zona, a prezzi  più “normali” che in quelli praticati nelle zone che non stanno sotto il loro controllo.

Dopo molte esitazioni e tanta preghiera personale, soprattutto a causa del fatto che ospitiamo in casa una persona anziana e che il resto della famiglia manca di qualsiasi rifornimento, ho accettato di unirmi alla spedizione, dopo che i miei amici mi hanno garantito di stare con me per tutto il viaggio. Ho preso prima due precauzioni: rimuovendo la croce che io di solito indosso intorno al collo, e separandomi dal mio cellulare. Per arrivarci abbiamo preso un pulmino che ci avrebbe lasciato a quasi 700 metri dal checkpoint di controllo all’accesso al mercato. Nell’avvicinarci, subito abbiamo visto centinaia di uomini anziani, donne e bambini che aspettavano il loro turno. Nessun giovane nei ranghi, per paura di essere reclutati nelle milizie. Nell’avanzare, ci siamo subito trovati coinvolti nella minaccia di un cecchino dell’esercito arabo siriano posizionato sul terrazzo del Governatorato di Aleppo e di quella di un miliziano di Djabhat al-Nosra posizionato di fronte, a un altro livello. La gente correva in tutte le direzioni per evitare di essere presa di mira da questi criminali.

Raggiunta la barriera, ci ritroviamo con preoccupazione di fronte  ai giovani miliziani di Djabhat el-Nosra tutti  armati e, tra loro, un ceceno che ha pronunciato qualche parola in arabo letterario, per chiedere agli interrogati di pronunciare la “Fatiha”, per assicurarsi che fossero effettivamente musulmani. Grazie ai miei amici musulmani, siamo riusciti ad entrare nel mercato in cui le merci sono  esposte a prezzi molto diversi da quelli praticati nel mercato nero nel nostro quartiere (la zona controllata dal Governo): la bombola del gas era 1.400 lire siriane, invece di 15.000, e la benzina era esposta a 200 lire siriane invece di 2.000 come venduta da noi. Le verdure, diventate così scarse in casa nostra, sono qui scambiate a 60 lire al chilo i pomodori, al posto delle 500 per la stessa quantità nel nostro settore, la patata è a 40 lire, invece delle 400 a noi richieste nel nostro quartiere. La carne è venduta a 700 lire contro le 3.000 da noi. Il pane è  venduto qui solo a 25 lire al chilo contro le 500 lire al chilo nella nostra zona. Il formaggio è  offerto a 200 lire contro le 1.500 al chilo da noi.

Rispetto ad altre zone della città, il mercato sotto il controllo di al-Djabhat Nosra offre una vasta gamma di prodotti, ma la maggior parte dei prodotti con l’eccezione di pomodori, cetrioli, patate e pane, non può essere acquistata senza che l’acquirente abbia precedentemente insultato il presidente Bashar Assad ed elogiato il Fronte al-Nusra davanti alle telecamere. Sotto i miei occhi, i miliziani hanno arrestato un uomo che aveva nascosto sotto la camicia un po’ di carne, lo hanno spogliato prima di aggredirlo con la carne. Una donna completamente velata è stata anch’essa arrestata per aver nascosto sotto i suoi vestiti del formaggio. I miei amici curdi vengono qui quasi ogni giorno. Mi hanno detto che il Venerdì precedente, tutti gli acquirenti hanno dovuto pregare Allah in strada. I cristiani presenti tra gli acquirenti dovevano fingere di pregare, in modo da non essere riconosciuti come non-musulmani.

Usciti dal mercato c’è un’ altra grande prova: gli acquirenti (per tornare al quartiere che sta sotto il controllo governativo) devono passare sotto un fuoco di fila di giovani miliziani barbuti e armati, che impugnano striscioni neri con la scritta  لا اله الا الله محمد رسول الله, “Non c’è altro Dio che Allah e Maometto è il suo profeta”, e questo requisito è accompagnato da umiliazioni e insulti: “Voi siete i maiali di Bashar “, o invettive come “Andate da Bashar, che vi dia lui da mangiare “, o ancora “Aleppo sarà presto liberata e sarà applicata la Shariah con la Jizya [tassa] per i non-sunniti” (cristiani, drusi, alawiti ….).

Fonte: Siria, Aleppo alla fame. L’odissea di un cristiano | Tempi.it.

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