SIRIA – Gemayel deputato: il martirio di mio fratello Pierre e i sospetti sui sicari di Assad

venerdì 3 agosto 2012

Pierre Amine Gemayel, ministro cristiano del governo libanese, è stato assassinato nel 2006 da quattro sicari. La sua voce si era levata più volte per criticare il regime di Assad, e in molti hanno osservato come il governo siriano avesse ogni interesse a destabilizzare la comunità cristiana libanese colpendo i politici che la rappresentavano. Ilsussidiario.net ha intervistato il fratello di Pierre Amine, Samy Gemayel, parlamentare del partito Kataeb e noto in Libano per avere coniato il motto “l’unità tra i cristiani è la sola soluzione”.

Secondo lei chi è stato il mandante dell’assassinio di suo fratello?

Per il momento non desidero accusare nessuno per il martirio di mio fratello Pierre. Preferisco attendere la sentenza del Tribunale Speciale per il Libano, che sta indagando sugli omicidi (incluso quello dell’ex premier Rafiq Hariri, Ndr) che si sono verificati in Libano dopo il ritiro delle truppe siriane. Spero davvero che si possano raggiungere delle conclusioni positive e che chi ha ucciso mio fratello sia giudicato colpevole.

Quindi lei non sospetta che il responsabile sia stato Assad in persona?

Preferisco aspettare a sbilanciarmi. Quello che posso dire con certezza è che i cristiani in Libano hanno sofferto per il regime degli Assad, padre e figlio. Ogni cristiano in Libano ha subito il bombardamento dei carri armati e dell’artiglieria siriana contro la sua regione, il suo villaggio e la sua casa. Per non parlare dei 5mila martiri della resistenza libanese che sono caduti sotto i colpi dell’esercito di Damasco dal 1975 al 1990. Nella mente di ciascuno di noi sono impresse in modo indelebile anche l’oppressione e le umiliazioni imposte ai cristiani durante l’occupazione siriana del Libano dal 1990 al 2005. Quindi i cristiani libanesi non possono sostenere il regime di Assad, anche se ovviamente ci sono delle eccezioni.

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