Siria, liberi i giornalisti italiani. Islamisti in cerca di legittimazione | l’Occidentale

di  Elena de Giorgio  13 Aprile 2013

Grande felicità, sollievo e soddisfazione per la liberazione dei giornalisti italiani che erano stati presi in ostaggio in Siria e sono stati liberati. La stampa ha fatto la sua parte, dice Monti, esprimendo “gratitudine agli organi di informazione che hanno responsabilmente aderito alla richiesta di attenersi ad una condotta di riserbo, favorendo così la soluzione della vicenda”.

Adesso però bisognerebbe che qualche notizia in più sulla trattativa condotta con i terroristi di Al Nusra trapelasse, per esempio chiarendo perché i civili italiani sono stati “trattenuti” dai terroristi, come hanno fatto sapere fonti vicine ai rapitori che hanno evidentemente trattato con la Farnesina.

Potrebbe anche essere qui la chiave della vicenda, se consideriamo che il gruppo terroristico in questione negli ultimi tempi ha deciso di rifarsi il trucco cercando di apparire meno brutale della casa madre qaedista (ricordiamo il raid che portò alla liberazione dei giornalisti NBC prima di Natale).

Una conferma indiretta viene dall’inviato Rai, Amedeo Ricucci che, commentando la liberazione, ha detto “Ci hanno trattato bene e non ci è stato torto neppure un capello”, aggiungendo che “ovviamente la privazione della libertà è una tortura psicologica”.

Una forma di pressione esercitata dalle formazioni terroristiche che, insofferenti verso i media occidentali e i governi occidentali, utilizzano operazioni del genere per aprire e chiudere canali di comunicazione, legittimarsi agli occhi degli Stati democratici, e far credere ai siriani che loro non sono quelli che vogliono introdurre la sharia e lo Stato islamico, sono meglio di così.

Fonte: Siria, liberi i giornalisti italiani. Islamisti in cerca di legittimazione | l’Occidentale.

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