Siria, Maloula: così i ribelli hanno ridotto le chiese | Tempi.it

aprile 16, 2014 Redazione

Il pavimento del santuario greco-melchita di Mar Sarkis è cosparso di oggetti religiosi, immagini e libri sacri. Le icone sono scomparse, le campane smontate e la croce distrutta

La città cristiana di Maloula, culla della cristianità siriana, è stata riconquistata lunedì scorso in via definitiva dall’esercito di Assad dopo mesi di scontri. Il villaggio era stato attaccato per la prima volta dai ribelli il 4 settembre 2013: questi hanno martirizzato i cristiani che non sono fuggiti dalla città, distrutto le croci delle chiese e rapite 13 suore, liberate lo scorso 9 marzo.

Dopo la riconquista della città, le agenzie internazionali al seguito dell’esercito hanno documentato la distruzione subita dai luoghi di culto. Come mostrano le foto pubblicate in pagina, sono gravi i danni che i terroristi islamici hanno inflitto al santuario greco-melchita di Mar Sarkis, con il pavimento cosparso di oggetti religiosi, immagini e libri sacri. Preoccupante è anche la scomparsa delle icone conservate nella sagrestia e la sparizione delle campane e della croce che sormontava la cupola del convento greco-melchita.

Il villaggio di Maloula è stato riconquistato insieme alle città di Sarkha e Jibbeh all’interno dell’offensiva con cui l’esercito di Assad sta tentando di riprendere il controllo della regione del Qalamoun. L’obiettivo finale è la messa in sicurezza del confine con il Libano, dal quale i ribelli fanno entrare uomini e armi. Durante la ripresa di Maloula tre giornalisti di Al Manar, la televisione di Hezbollah, sono stati uccisi dai cecchini ribelli.

 

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