Sorpresa olandese nella difesa dell’embrione – Vatican Insider

Con quasi ventimila firme l’’iniziativa “Uno di Noi” promossa dai vari movimenti per la vita e sostenuta dagli episcopati ha riscosso un inatteso successo

Giacomo Galeazzi

Per il comitato organizzatore della campagna europea «Uno di Noi», che punta al riconoscimento e alla tutela giuridica dei diritti dell’embrione, la buona notizia arriva dai Paesi Bassi. Con quasi ventimila firme, proprio questa nazione, nella quali il portato della laicizzazione della società è molto avanzato, ha tagliato il primo traguardo dell’iniziativa promossa dai vari  movimenti per la vita e sostenuta dagli episcopati.

In totale sono già più di mezzo milione le firme raccolte – con l’appoggio della Cei – dalla petizione «Unodinoi» che chiede al Parlamento Europeo di riconoscere la dignità e i diritti dell’embrione. Ne dà notizia il presidente del Movimento per la Vita, Carlo Casini.

«Questo – evidenzia l’ex magistrato di Cassazione, oggi parlamentare europeo – era il primo obiettivo, ma non basta: deve essere un trampolino di lancio per uno scatto ancora più forte nell’immediato e nei prossimi mesi». Casini sottolinea che nei giorni scorsi anche la Spagna ha superato il minimo richiesto dalla normativa perché l’iniziativa possa essere presa in considerazione e si è andata ad aggiungere ad Austria, Ungheria, Italia, Polonia e Slovacchia.

La normativa richiede infatti almeno un milione di adesioni complessivo ed un minimo in ognuna di almeno sette Nazioni. «L’analisi dei dati – rileva il presidente del Movimento per la vita – fornisce peraltro un risultato incoraggiante. In tutti i ventisette Paesi dell’Unione è partita la mobilitazione. Anche la Francia, fino ad ora impegnata nelle proteste contro il matrimonio gay, ora sta procedendo ad un ritmo forte per raccogliere le adesioni on line».

Altro motivo di soddisfazione, per Casini, è constatare che si sta verificando una sorta di «ecumenismo per la vita», provato, sorprendentemente, ad esempio, dal fatto che «l’Olanda protestante è la settima nazione a raggiungere il minimo richiesto dal regolamento europeo”. Il presidente del Mpv cita gli interventi senza paletti nella ricerca scientifica, i progetti di associazioni internazionali e ong che si occupano di salute, le campagne dirette della Ue sulla sanità pubblica. Tutti uniti nel negare che l’embrione sia «l’inizio dello sviluppo dell’essere umano», secondo quanto stabilito anche dalla Corte europea di giustizia. Da qui la richiesta alla Ue di «introdurre un divieto e porre fine al finanziamento di attività presupponenti la distruzione di embrioni umani», si legge nel testo.In sette Paesi, infatti, è stato raggiunto il minimo di firme necessarie per presentare formalmente l’istanza di tutela alle istituzioni comunitarie. I primi sei Paesi che hanno superato la soglia sono stati Ungheria, Italia, Polonia, Slovacchia, Austria e Spagna.

«Ma ora- afferma all’Osservatore Romano la portavoce del Comitato nazionale italiano, Maria Grazia Colombo- c’è un secondo e più impegnativo traguardo: quello del milione di firme complessive su scala europea. Al momento siamo a 510.000, cioè a metà strada. Penso che, per lo meno in Italia, sia giunto il momento di non aver paura di affrontare la questione-vita. Sia nelle parrocchie, sia tra associazioni e movimenti è necessario rilanciare la mobilitazione, per proseguire nella raccolta firme che ha già totalizzato, da noi, quasi 160.000 adesioni».

I dati diffusi presentano un quadro a due facce: da un lato i Paesi che superano di slancio il 100 per cento del minimo di firme necessarie in favore della tutela dell’embrione umano (Ungheria 291,56, Italia 281,62, Polonia 266,59, Austria 202,32, Slovacchia 184,13, Spagna 100,51); dall’altro Paesi che invece stazionano nelle zone “bassissime”: sono sorprendenti i tassi di Grecia (0,32 per cento), Cipro (0,38), Bulgaria (1,36), Finlandia (3,06). La Germania è al 24,15 e il Portogallo staziona al 43,91.

Nel testo si chiede la «protezione giuridica della dignità, del diritto alla vita e dell’integrità di ogni essere umano fin dal suo concepimento». L’intento è sancire il «rispetto della dignità e dell’integrità» dell’embrione, sottolinea il quesito al centro del nuovo strumento di partecipazione diretta dei cittadini europei previsto dal Trattato di Lisbona.

Fonte: Sorpresa olandese nella difesa dell’embrione – Vatican Insider.

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