gennaio 10, 2013 Redazione
Bella e profonda doppia intervista del Corriere al cardinale e al filosofo tedesco amico di Benedetto XVI. La verità, i temi etici, il relativismo e le scelte politiche.
Oggi sul Corriere della Sera appare un’interessante intervista al grande filosofo cattolico – molto stimato e amico di papa Benedetto XVI – Robert Spaemann. Il suo saggio Fini naturali. Storia e riscoperta del pensiero teleologico (Ares) viene presentato oggi a Roma nell’aula magna Giovanni Paolo II della Pontificia università della Santa Croce. Il saggio di Spaemann gode della prefazione del cardinale Camillo Ruini, le cui opinioni compaiono nell’intervista di Gian Guido Vecchi.
DIFESA DEL SENSO COMUNE. Il titolo scelto dal Corriere è “L’Europa e il populismo di Pilato” e nell’intervista il filosofo spiega di essere «cresciuto all’epoca del nazismo e ho visto da giovane che la maggioranza degli uomini può pensare in modo sbagliato. Io e la mia famiglia stavamo dall’altra parte. E per me è come un riflesso, ho imparato che l’uomo e il senso comune vanno difesi, sempre, nel caso anche contro la maggioranza». Il ragionamento di Spaemann, riprende il filo del discorso di Benedetto XVI al Bundestag di Berlino: «Una ”ragione positivista” che si presenti come esclusiva “non può creare alcun ponte verso l’ethos e il diritto” e somiglia “agli edifici di cemento armato senza finestre, in cui ci diamo clima e luce da soli e non vogliamo più riceverle dal mondo vasto di Dio”».