Sul crinale. Tra secolarismo e ideologia | Oasis

Si sono svolti a Milano, nel 1700esimo anniversario dell’editto sulla libertà religiosa promulgato dall’imperatore Costantino, i lavori della decima conferenza annuale del Comitato Scientifico della Fondazione Internazionale Oasis, che si occupa di dialogo tra musulmani e cristiani nel mondo. L’inaugurazione ha avuto luogo presso l’Università Statale di Milano, alla presenza del Cardinal Angelo Scola, Arcivescovo di Milano, e con la partecipazione del Cardinal John Onaiyekan, Arcivescovo di Abuja (Nigeria), insieme a numerosi Vescovi, sacerdoti ed esponenti religiosi musulmani, oltre a esperti e studiosi arrivati da più di venti Paesi nel mondo.

Nel discorso di apertura, pronunciato in un’Aula Magna affollata di persone interessate e di giornalisti, il Cardinal Scola ha lanciato il titolo di quest’anno: Sul Crinale. Cristiani e musulmani, tra secolarismo e ideologia. Ha sottolineato come «grandi settori della società siano toccati da una “profonda crisi di fede” che investirebbe anche gli stessi cristiani, più preoccupati delle conseguenze della fede che della sua essenza. Per questo la presenza dei musulmani che sovente vivono una radicale dedizione all’Assoluto, rappresenta una sfida da raccogliere. Questa sfida –secondo Scola, promotore del Comitato Internazionale di Oasis – scaturisce dall’incontro tra religioni e culture, e non deve portare a un indistinto teismo, ma a una maggior consapevolezza della propria dinamica identità e della propria tradizione. È qui che si innesta la questione decisiva della testimonianza e della libertà religiosa, ingredienti decisivi per dare sostanza a questo incontro». Esso infatti non può più arrestarsi ai complimenti reciproci senza conseguenze.

A seguire l’intervento dello Shaykh Jawad al-Khoei, della al-Khoei Benevolent Foundation di Najaf in Iraq, dal titolo: Il mosaico della diversità e del pluralismo iracheno. Nel suo discorso Jawad al-Khoei ha affermato che «nella regione mediorientale, a causa dei sistemi politici corrotti, di stampo tribale, familiare e confessionale, ha preso piede tra alcuni fedeli musulmani il pensiero radicale. Essi rifiutano il dialogo con l’altro, accusando le altre religioni e confessioni di miscredenza e rendendo lecito l’assassinio». Laureato all’università islamica di Giordania, al-Khoei sostiene che «la religione è innocente rispetto a questa banda che viola i valori divini». Al-Khoei inoltre si è rifiutato di utilizzare l’espressione “minoranze religiose”, che andrebbe sostituita con “componenti sociali”, in quanto i diversi gruppi compongono l’unica società, per quanto piccola possa essere la loro consistenza numerica relativa.

Il Comitato Internazionale di Oasis per il dialogo è stato fondato nell’Antica Repubblica Marinara dieci anni fa e da allora conferenze internazionali come quella dei giorni scorsi si sono tenute alternativamente in Italia e in diversi Paesi mediorientali. In particolare, la conferenza internazionale annuale del 2008 sulla libertà religiosa nel mondo arabo e islamico si era svolta nella capitale giordana.
Quest’anno l’incontro ha avuto luogo a Milano perché il fondatore di Oasis, il Cardinal Scola, è divenuto Arcivescovo di questa città, che talvolta è considerata una capitale dell’Occidente, data la pluralità religiosa ed etnica che caratterizza i suoi abitanti, originari di diversi popoli. Come ogni anno, si sono potuti ascoltare numerosi esperti, arabi e stranieri, intervenire sull’attualità delle relazioni tra musulmani e cristiani, specialmente dopo le cosiddette “rivoluzioni della primavera araba”. In realtà i responsabili di Oasis non usano più il termine “rivoluzioni”, ma piuttosto il termine “transizione araba” e credo che abbiano decisamente ragione, poiché la primavera araba non è finora riuscita a condurre l’uomo arabo fino al fondo del suo bisogno di libertà di espressione e rappresentazione politica. Le società arabe si trovano ancora a vivere una fase transizione verso la realizzazione dei propri desideri autentici e giusti.

Tra i fatti che più mi hanno colpito durante questa conferenza, in cui ho avuto l’onore di presentare un contributo sul ruolo dei media arabi cristiani nell’alleviare la morsa della tenaglia di secolarismo e ideologia, è stato l’incontro con l’arcivescovo nigeriano, il Cardinal John Onaiyekan, infaticabile araldo di pace in un Paese macchiato di sangue. «Ci sono molti morti cristiani, come ce ne sono di musulmani. Quello che domandiamo oggi è più unità nazionale, per affrontare insieme le ondate e gli attacchi dei terroristi che infuriano nel nostro Paese». Il Cardinale nigeriano mi ha informato che la sua guardia del corpo è musulmana, segno eloquente di come rifiuti di considerare la guerra nel suo Paese come un conflitto religioso; piuttosto, si tratta di un terrorismo odioso che non guarda in faccia a nessuno. Quanto ha bisogno il mondo di una voce come quella del Cardinale per far udire nei conflitti la voce della calma, della saggezza e della ragionevolezza.
Fondazione Internazionale Oasis, dieci anni a servizio dell’amicizia tra musulmani e cristiani nel mondo. Ci auguriamo che Oasis possa rafforzare sempre più la sua voce nel mondo intero.

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Fonte: Sul crinale. Tra secolarismo e ideologia | Oasis.

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