Tanto onesto, pare | Berlicche

Si sente talvolta insistere sul fatto che una educazione cristiana genererebbe cittadini onesti.
Bene, è vero. Essere cristiani, veramente cristiani, rende probabilmente anche onesti. Ma temo che spesso la si pigli dal lato sbagliato.
Ovvero dal punto di vista delle regole. Al cristiano viene insegnato a seguire le regole, a rispettare la legge, e quindi di conseguenza…
Ecco, questo è un colossale sbaglio, un enorme errore.

Il cristianesimo non insegna a seguire la Legge. In effetti, proprio il contrario. Il cristianesimo ci ha liberati dalla legge.
La legge è una enumerazione di tutti i casi della vita, si fa non si fa. Siccome la realtà è sempre varia, il tomo delle regole aumenta sempre nel vano tentativo di inseguire ogni possibile variante di essa. Giudici e avvocati, esegeti della parola e sacerdoti del culto, dettano il passo dell’esistenza.
E alla fine si soffoca di commi, si annega nei paragrafi. Ci si schianta di fronte a ciò che ancora codificato non è.

L’onesto che segue la legge esplorerà ogni meandro della stessa per trovare il varco che gli consenta di essere furbo. Mentre nessuno guarda, l’infrange con un ghigno.

La legge è una conseguenza. L’onestà, quella vera, è una conseguenza. E’ la conseguenza del bene, arriva dalla fonte del bene, della giustizia, della verità.
E’ solo imparando ad amare quella fonte, che è ciò che vuol dire essere cristiani, che si può essere onesti anche quando nessuno guarda. Anche quando la legge non lo dice.
Solo marciando verso quella luce – magari inciampando, magari sbucciandosi le ginocchia, magari rompendosi una gamba e poi continuare strisciando – le conseguenze verranno.
Come essere innamorati della più bella, e vivere ogni cosa cercando di essere degno di lei.

Fonte: Tanto onesto, pare | Berlicche.

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