Terapie riparative. Lettera a Luigi Palma | Tempi.it

settembre 20, 2013 Redazione

Dopo il caso della trasmissione alcune associazioni spiegano perché le posizioni di Luigi Palma sono scorrette

omofobia-cerrelli-rai-unoRiceviamo e pubblichiamo  – In data 23 agosto 2013, Giuseppe Luigi Palma, presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi, ha ritenuto opportuno precisare la propria posizione in merito a quanto pronunciato da Giancarlo Cerrelli, vicepresidente Unione Giuristi Cattolici Italiani, all’interno del programma televisivo “Unomattina Estate” dello scorso 20 agosto.

Ha ribadito che «gli psicologi, secondo il Codice Deontologico, non possono prestarsi ad alcuna “terapia riparativa” dell’orientamento sessuale di una persona» e che «affermare che l’omosessualità possa essere curata o che l’orientamento sessuale di una persona si debba modificare (…) è una informazione scientificamente priva di fondamento».

Riteniamo doveroso fare alcune precisazioni in merito a tali affermazioni, affinché questa spinosa questione possa essere affrontata in modo corretto. Vogliamo sottolineare, con forza, come le dichiarazioni di Palma siano scorrette per due fondamentali motivi.

1. Come evidenziato in questi giorni da molte testate, ad essere priva di fondamento è l’affermazione di Palma, che sembra lasciar intendere che “omosessuali si nasce” e non si può cambiare. Diversamente da quanto sostenuto da Palma, la comunità scientifica internazionale non ha rigettato le terapie “riparative”. L’APA (“American Psychiatric Association”) semplicemente sostiene che non vi siano prove a supporto, pur trovandosi a riconoscere pubblicamente il concetto di “fluidità dell’orientamento sessuale”. In uno studio è stato, infatti, mostrato come 11 donne exomosessuali da 10 anni hanno modificato il loro orientamento sessuale mantenendo per oltre 30 anni relazioni normali con uomini”.1

La possibilità del cambiamento nell’orientamento sessuale è inoltre sostenuta da moltissime testimonianze. Alcune sono ormai note:

• Luca Di Tolve, Mister Gay Italia ed exattivista, convertito, oggi sposato e fondatore con la moglie dell’Associazione Gruppo Lot Regina della Pace Onlus;

• Andy Comiskey, ex gay e fondatore di “Living Waters”;

• Michael Glatze, ex fondatore di Young Gay America.

Altre, meno famose, sono reperibili in diversi siti, tra cui www.narth.com e www.peoplecanchange.com

Altre ancora, la maggior parte, sono quelle silenziose delle centinaia di persone appartenenti alle associazioni e ai gruppi di ex-gay (ad esempio, l’Associazione Gruppo Lot Regina della Pace) che con la loro vita di tutti i giorni, testimoniano la verità: “cambiare si può!”

Ma, se questo non bastasse, il manuale diagnostico ICD-10 dell’Organizzazione Mondiale della Sanità riporta il disturbo

F66.1 “Orientamento Sessuale Egodistonico”, specificando che «l’identità di genere o la preferenza sessuale (eterosessuale, omosessuale, bisessuale o prepuberale) non è in dubbio, ma l’individuo desidererebbe che fosse diversa a causa di disordini psicologici e del comportamento associati, e può cercare un trattamento per cambiarla».

2. In secondo luogo, vogliamo denunciare ancora una volta la campagna diffamatoria e denigratoria in atto nei confronti delle terapie “riparative”, che mira a presentarle come strumenti manipolatori, totalmente ascientifici e ispirati da un cattolicesimo oscurantista e retrogrado. La terapia cosiddetta “riparativa”, il cui principale esponente è il dottor Joseph Nicolosi, non è affatto basata sulla coercizione o sul presupposto che l’omosessualità “debba” essere cambiata, quanto piuttosto sul fatto che “possa” essere cambiata. Il testo “Identità di genere – Manuale di orientamento” di Nicolosi, fin dalle prime pagine sottolinea come la terapia riparativa non possa nemmeno iniziare se il paziente non è esplicitamente insoddisfatto del suo orientamento sessuale e quindi intenzionato a modificarlo.

Spiace notare come Palma faccia “autogol” proprio dicendo che «gli psicologi, secondo il Codice Deontologico, non possono prestarsi ad alcuna “terapia riparativa”». E’ proprio il Codice Deontologico degli psicologi che, nell’articolo 4, afferma:

“Nell’esercizio della professione, lo psicologo rispetta la dignità, il diritto alla riservatezza, all’autodeterminazione ed all’autonomia di coloro che si avvalgono delle sue prestazioni; ne rispetta opinioni e credenze, astenendosi dall’imporre il suo sistema di valori”.

Come si concilia il «diritto all’autodeterminazione e all’autonomia del paziente» col rifiuto di terapie che accolgano il bisogno che egli esprima di modificare il proprio orientamento sessuale? Se una persona credente con tendenze omosessuali si rivolge ad un terapeuta perché queste gli causano disagio, lo psicologo può derogare al rispetto di «opinioni e credenze»?

E’ doloroso dover constatare che, al di là dei proclami elettorali e delle strumentalizzazioni ideologiche, queste persone, che hanno bisogno di ascolto e sostegno, non vengono ascoltate.

Ci si limita a mettere all’indice le terapie riparative, a mettere alla berlina le associazioni e i gruppi che accolgono e sostengono chi sperimenta questo dolorosissimo disagio e si finisce per dimenticare di prendersi cura di loro.

20 settembre 2013

Ass. Agapo Agenzia Corrispondenza Romana

Ass. Alleanza Cattolica Movimento Europeo per la Difesa della Vita e della Dignità Umana

Ass. Famiglia Domani Confederazione italiana dei Centri per la Regolazione Naturale della Fertilità

Ass. Gruppo Lot Regina della Pace Dott. Alessandro Meluzzi, Psichiatra e psicoterapeuta

Ass. Medici Cattolici di Brescia Dott.ssa M. Ceriotti Migliarese, Neuropsichiatra infantile e psicoterapeuta

Ass. Obiettivo Chaire Dr.ssa Silvia Ceriani, medico fisiatra

Ass. Scienza & Vita – Bergamo Prof. Mario Binasco, psicoanalista e docente

Ass. Scienza & Vita – Brescia Prof. Massimo Gandolfini, neurochirurgo, neuropsichiatra;

1 Greer, M. (2004). Labels may oversimplify women’s sexual identity, experiences. Monitor on Psychology, 35(9), 28

Fonte: Terapie riparative. Lettera a Luigi Palma | Tempi.it.

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