Thailandia, sui media la chiesa ha una reputazione da difendere – Vatican Insider

A Bangkok si è svolto un importante simposio dei vescovi asiatici sulle comunicazioni sociali

Fabrizio Mastrofini

La Chiesa è «indietro» rispetto alla nuova cultura della comunicazione che si esprime nel mondo laico, in rete, ovunque. Il giudizio è netto. Ed è stato pronunciato a Bangkok, nel corso dell’ottavo Simposio dei vescovi asiatici sulle comunicazioni sociali, sul tema «Social Media: navigare, fare rete, realizzare blog, gioco e dipendenza – Sfide e opportunità per le Comunicazioni Sociali in Asia».

Davanti ai 45 partecipanti di 12 paesi del sud-est asiatico, il prof. Chainarong Monthienvichienchai, rettore della St. John University della capitale tailandese, ha detto testualmente così. «La Chiesa ha svolto un ruolo pionieristico nella comunicazione. Dai tempi di Gesù, i discepoli hanno viaggiato in tutto il mondo predicando e portando masse enormi ad accogliere la verità del Vangelo. Sono stati scritti libri che hanno esteso la loro influenza da allora fino ad oggi. I seguaci di Cristo hanno fondato scuole, istituzioni educative, ospedali, chiese e storicamente il mondo cattolico ha messo a punto una vera e propria arte nella comunicazione sociale». Ed oggi? Qui la diagnosi si fa impietosa.

«Possiamo verificare che in molte parti del mondo, compresa l’Asia, la Chiesa è venuta meno alla sua reputazione. È in ritardo nell’adottare nuove forme di comunicazione. È carente nei suoi sforzi di utilizzare i nuovi media. La tecnolgoia compie passi in avanti e la Chiesa resta indietro». A questo punto il relatore ha citato alcuni recenti pronunciamenti papali.

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