Turchia eloquente :: Daniel Pipes

di Daniel Pipes
National Review Online
26 dicembre 2012

Pezzo in lingua originale inglese: Talking Turkey

Il menù proposto sul mio volo aereo della Turkish Airlines all’inizio di questo mese assicurava ai passeggeri che le pietanze “non erano a base di carne di maiale”. Il menù offriva altresì una selezione di bevande alcoliche, tra cui champagne, whisky, gin, vodka, raki, vino, birra, liquori e cognac. Questa stranezza di osservare la Shari’a, la legge islamica, e al contempo di ignorarla, simboleggia il ruolo pubblico singolarmente complesso dell’Islam nella Turchia odierna, come pure la sfida di comprendere il Partito per la giustizia e lo sviluppo (il cui acronimo turco è Akp) che domina il governo nazionale del Paese dal 2002.

I dibattiti politici sulla Turchia tendono a soffermarsi sulla questione se l’Akp sia o no islamista. Nel 2007, ad esempio, sollevai il seguente interrogativo: “Quali sono le intenzioni della leadership dell’Akp? Essa (…) ha mantenuto segreto il suo programma islamista e ha imparato semplicemente a mascherare i propri obiettivi islamisti? Oppure ha realmente abbandonato questi obiettivi e ha accettato il secolarismo?”

Nel corso dei recenti dibattiti tenutisi a Istanbul, ho imparato che i turchi, che nutrono molteplici punti di vista, sono tutti concordi sul premier Recep Tayyip Erdogan: essi non si preoccupano tanto delle sue aspirazioni islamiche quanto invece delle sue tendenze nazionaliste e dittatoriali.

Applicare integralmente la Shari’a, essi dicono, non è un obiettivo realizzabile in Turchia a causa della natura laica e democratica del Paese, qualcosa che lo distingue da tutti gli altri Stati a maggioranza musulmana (tranne l’Albania, il Kosovo e la Kyrgyzia). Accettando questa realtà, l’Akp ottiene un sostegno elettorale sempre maggiore costringendo in modo pacifico la popolazione a essere più virtuosa, tradizionale, pia, religiosa, conservatrice e più osservante dei principi morali. Pertanto, esso incoraggia il digiuno durante il Ramadan e la modestia femminile, scoraggia il consumo di alcool, ha tentato di criminalizzare l’adulterio, ha incriminato un artista anti-islamista, ha aumentato il numero delle scuole religiose, ha inserito l’Islam nel programma di studi delle scuole pubbliche e ha introdotto delle domande sull’Islam nei test di ammissione all’università. E così la Turkish Airlines ha già abolito dai menù la carne di maiale ed è solo una questione di tempo, ma poi scomparirà anche l’alcool.

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