Il primo ministro annuncia la costruzione di una grande moschea a Istanbul: l’ennesimo segno del risveglio dell’islam sunnita
Marco Tosatti
Tayyp Erdogan vuole lasciare ai posteri un ricordo perenne della sua fede nell’islam. E ha annunciato che edificherà la “sua” grande moschea sul Bosforo, anche più evidente di quella di Solimano: un’opera che cambierà la skyline di Istanbul. Il luogo in cui si ergerà il complesso si innalzerà su Buyuk Camlica Tepesi (la grande collina di Camlica) sulla sponda asiatica del Bosforo, a 268 metri sul livello del mare. E’ certamente uno dei luoghi di maggiore elevazione nella metropoli, e renderà il luogo di preghiera di Erdogan estremamente visibile.
Come se non bastasse i suoi sei minareti (solo la moschea blu ne ha altrettanti; quella di Solimano si accontenta di quattro) saranno più alti di quelli della moschea del Profeta a Medina, già ben alti, con i loro 334 piedi (circa 115 metri). “Costruiremo una cupola più ampia di quella che hanno fatto i nostri antenati” ha annunciato uno degli architetti coinvolti nel progetto. E ha spiegato che il complesso sarà edificato “in stile classico”. L’annuncio ha provocato critiche e discussioni in quello che era il Paese islamico più laico al mondo. Un professore di università ha detto di temere che la sala di preghiera assomiglierà a uno stadio olimpico. E Erdogan ha aiutato critiche e sfottò, parlando di un’altra moschea che si sta costruendo, sempre a Istanbul, su sua iniziativa come di una moschea “selatin”. Selatin è l’aggettivo usato per descrivere le istituzioni religiose compiute a nome del sultano ottomano. Un editoriale turco ha chiesto: “Erdogan ha appena dichiarato il suo sultanato”?.
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