Turismo del suicidio: media belga promuove eutanasia di coppia |Novae Terrae

Pubblicato Venerdì, 26 Settembre 2014

Il servizio news online Moustique sta per pubblicare un’intervista ad un’anziana coppia belga e al figlio, nella quale gli anziani spiegano la decisione di morire insieme con l’eutanasia.

L’eutanasia di coppia non è un fenomeno del tutto nuovo. Nel giugno 2013 LifeNews aveva pubblicato un articolo su un caso simile di una coppia che voleva morire attraverso l’eutanasia “per motivi sociali”.

Come nel caso precedente, Francis e Anne hanno superato gli ottant’anni e, sebbene entrambi abbiano problemi di salute, nessuno dei due è in fase terminale. Moustique ha redatto una lunga intervista con la coppia e con il figlio, John Paul. LifeNews ha segnalato l’articolo come ‘pubblicità redazionale’ a favore di queste azioni; infatti l’intervista contiene fatti e commenti inquietanti che purtroppo sembrano essere accolti come normali, per quanto riguarda le ragioni per le quali la coppia voglia morire con l’eutanasia.

Anne e Francis ricevono un trattamento medico regolare per disturbi costanti e, come capita normalmente con l’avanzare dell’età, la loro salute sta peggiorando.

Nell’intervista i coniugi hanno rivelato di aver inizialmente pensato di morire insieme con “pillole sedative e una busta di plastica in testa, […] come barbari” ha affermato Francis. L’uomo riflette inoltre sull’affermazione secondo la quale il loro intento “richieda coraggio”, come se buttarsi da un edificio o impiccarsi richiedesse coraggio, “ma con un medico che ti fa addormentare? Non serve alcun coraggio”.

Francis e Anne, per trovare un’alternativa alla “morte barbara”, hanno parlato con i figli, i quali, come ha raccontato Francis, hanno affermato: “Troveremo una soluzione più elegante”. Così il figlio ha deciso che l’aiuto migliore che potesse dare ai genitori era farli morire con l’eutanasia. Francis ha mostrato la propria gratitudine ai figli: “Sono stati di grande aiuto. Lo ripeto, senza di loro non sarebbe mai potuto accadere”.

Questo fatto è allarmante e porta a chiederci se il comportamento dei figli abbia in qualche modo messo pressione ad Anne e Francis. La decisione di John Paul sembra dovuta più che altro alla propria sofferenza.

“Capisco i miei genitori. Li sostengo, è la decisione migliore per loro e per noi. Se uno di loro dovesse morire, l’altro sarebbe troppo triste, e dipenderebbe completamente da noi. Potrebbe sembrare un ragionamento ridicolo, ma da un punto di vista pratico, per noi sarebbe impossibile andare a trovarli ogni giorno, e prendersi cura di lui o di lei. L’elenco degli aspetti negativi, come la sofferenza e il dolore, è più lungo dell’elenco degli aspetti positivi. Grazie a queste considerazioni, si ha meno paura della morte e desiderio di restare. In questo caso, capisco perfettamente la nostra decisione di ammettere: ‘È giunto il momento’”.

Francis, Anne e John Paul descrivono questa decisione come il modo migliore per portare pace e serenità. Ma la decisione è chiaramente contraddittoria, come si capisce dalle affermazioni di Francis.

“Ecco perché vogliamo andarcene insieme: entrambi abbiamo paura del futuro. È semplice, abbiamo paura di quello che ci attende. Abbiamo paura di rimanere soli e soprattutto delle conseguenze della solitudine. Il futuro può portarci sfortuna.”

Sebbene la figlia non sia intervenuta nell’intervista, è evidente dalle affermazioni di John Paul che anche i figli abbiano confermato questa paura sostenendo il desiderio dei genitori. È normale avere paura, ma la famiglia ha alzato bandiera bianca. La decisione dei figli di prestarsi come complici, senza proporre alcuna alternativa ai genitori, è assolutamente spregiudicata.

Le ragioni di Francis e Anne sono in parte il frutto di timori personali e in parte di un falso altruismo. Non voler assistere al lento indebolimento del partner, la paura di andare in una casa di riposo, pensare “ci sono troppe persone su questa terra” e risparmiare i soldi per la pensione a beneficio di altri, non voler spendere i risparmi e non poter fare tutto quello che si faceva in età più giovane. Aggiungiamo tutto questo al fatto che John Paul non vuole prendersi cura dei genitori, sarebbe una totale mancanza di volontà preoccuparsi e trovare alternative.

Non bisogna trascurare l’aspetto culturale, ovvero che non c’è alcuna voce alternativa, nessuno pensa che, promuovendo questo caso, potrebbe verificarsi un effetto nocivo su altri. Nessuna assistenza, nessun confronto costruttivo. La questione sociale, come sempre, riguarda il carro e il cavallo: i media vogliono promuovere il caso o, come sostengono, riflettono la voce del popolo?

Ma questa non è la ‘celebrazione della possibilità di scelta’, per niente. È una razionalizzazione priva di umanità e creata in primo luogo dalla legalizzazione dell’eutanasia, questo pensiero è una grave forma di disfunzione, che permette ai figli di confermare e assistere invece di dire “no” e offrire alternative, qualunque sia il costo da pagare.

LifeNews.com

viaTurismo del suicidio: media belga promuove eutanasia di coppia.

Print Friendly, PDF & Email
Questa voce è stata pubblicata in Principi non negoziabili e contrassegnata con . Contrassegna il permalink.

I commenti sono chiusi.