UE-SLOVACCHIA I santi e l’euro

Bratislava e Bruxelles divise sulla moneta dedicata a Cirillo e Metodio

Gianni Borsa – Sir Europa (Bruxelles)

C’è un equivoco di fondo nella vicenda che vede su due fronti opposti la Commissione europea e la Banca centrale slovacca a proposito della moneta commemorativa per il giubileo dei 1.150 anni della predicazione di Cirillo e Metodio, bizantini, evangelizzatori dei popoli slavi, figure chiave della storia e del cristianesimo del vecchio continente, proclamati co-patroni d’Europa da papa Giovanni Paolo II nel 1980.
Tale moneta avrebbe dovuto raffigurare, nella proposta iniziale proveniente da Bratislava, i due santi con croce e aureola. Da Bruxelles è invece giunta una obiezione: trattandosi di monete che circoleranno in tutta Europa, devono rispettare un non meno precisato principio di “neutralità religiosa”. Il bozzetto originario (la moneta sarà emessa nel 2013) è stato rimandato al mittente e quindi leggermente modificato: nella nuova proposta appaiono sul pezzo da 2 euro i due santi, senza aureola, che reggono la doppia croce, o “croce patriarcale”, che è il simbolo della stessa Slovacchia, richiamandone con tutta evidenza la diffusa fede cristiana.
Il 22 novembre s’era quindi levata la voce di dissenso della Chiesa slovacca. “La rimozione dei simboli essenziali dei santi Cirillo e Metodio dalla moneta commemorativa – aveva affermato Jozef Kovácik, direttore della sala stampa della Conferenza episcopale – è indice di una svolta culturale e di una mancanza di rispetto nei confronti della storia”. Nelle ultime ore è poi circolato l’impegno della Banca centrale slovacca di riproporre il primo bozzetto. E ora si attende una decisione definitiva da parte delle autorità europee.
Fin qui i fatti. L’equivoco in questa vicenda riguarda il fatto che si possa ritenere una parte importante della storia religiosa, sociale e culturale di un’intera regione europea (Cirillo e Metodio sono considerati parte integrante dell’identità slava e come tali venerati non solo in Slovacchia, ma anche in Repubblica ceca, Ungheria, Croazia, Slovenia e in altri Paesi) come un elemento secondario della storia comune.
Se, alla fine di questa strana vicenda, la moneta celebrativa dovesse rappresentare i due evangelizzatori con la doppia croce, non verrebbe meno il riferimento al consolidato patrimonio identitario della Slovacchia, che proprio nella croce patriarcale ha il suo simbolo di riferimento, tanto da apparire nella bandiera nazionale. Eppure si dovrebbe ammettere che una valutazione assolutamente parziale può prevalere rispetto all’identità di un Paese membro. E qui si dovrebbe riconoscere il mancato rispetto del motto dell’Europa, “unità nella diversità”.

Cliccare sul link per continuare a leggere: SIR – Servizio Informazione Religiosa – Prima Pagina.

Print Friendly, PDF & Email
Questa voce è stata pubblicata in Europa. Contrassegna il permalink.

I commenti sono chiusi.