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Fallita la nuova spinta all’ostracismo anticattolico nella Ue

Nel voto di “gradimento” al neo commissario Ue alla salute e alla tutela dei consumatori, il maltese Tonio Borg, che l’assemblea di Strasburgo ha espresso ieri con 386 sì e 281 no, le premesse per l’ennesimo schiaffo al più antico tra i princìpi cardine dell’edificio comunitario – quello della tolleranza per le idee altrui – c’erano tutte. A cominciare dal pregiudizio anti-cattolico, lo stesso che otto anni fa aveva causato la vergognosa bocciatura di Rocco Buttiglione (decretando quasi un diritto di eurocittadinanza “ridotto” o di serie B per chiunque professa i principi dell’etica cristiana: una macchia indelebile nella storia dell’Europa e della sua libertà). Ma erano in gioco anche pesanti condizionamenti politici, con il gruppone socialista deciso a non farsi scavalcare politicamente da Verdi e Sinistra unita.

Eppure, alla fine, dallo scrutinio segreto è uscito un risultato sorprendente pulito, di segno largamente opposto rispetto alle previsioni, che dopo l’annuncio di voto contrario dell’eurogruppo del Pse davano il candidato maltese quasi per spacciato. E adesso appare francamente semplicistico e inadeguato spiegare il risultato di ieri con il prevalere di logiche da real-politik, che avrebbero spinto una fetta consistente dei deputati a ribaltare, protetti dall’anonimato, la direzione del pollice dal basso verso l’alto.

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