Una Femen simbolo della Francia

di Massimo Introvigne

Martedì 16 luglio la Francia ha adottato come suo simbolo ufficiale Shevchenko. Non il calciatore – il che, per quanto bizzarro, avrebbe fatto piacere ai milanisti – ma un’altra personalità, ucraina come il giocatore,  e con lo stesso cognome: Inna Shevchenko, attivista di punta del gruppo femminista Femen. Da martedì i francobolli francesi portano l’immagine di Marianna, simbolo delle Rivoluzione francese e della Repubblica, con il volto della Shevchenko. Ne sono stati stampati 630 milioni, e si conta di arrivare nientemeno che a tre miliardi di esemplari. Francobollo unico, in sedici varianti di prezzo. Non ci sarà scampo: chi vorrà usare le poste in Francia dovrà passare per la faccia della Shevchenko.

Che c’entra un’attivista ucraina con la Francia? Semplice: ricercata in patria, la bionda Inna ha appena ottenuto asilo politico nel Paese della presa della Bastiglia. Ma il vero motivo è un altro. I due disegnatori dei francobolli, David Kawena e Olivier Ciappa, volevano fare passare il messaggio che la conquista  più importante dopo la Rivoluzione francese, il nuovo simbolo della Francia, è il matrimonio omosessuale. Hanno provato, raccontano, un bozzetto dove Marianna aveva il volto della ministra Christianne Taubira, che ha dato il suo nome alla legge sul matrimonio gay. Ma si suppone che Marianna fosse belloccia, e – sia detto senza che si offendano le femministe – la Taubira si prestava poco allo scopo. Imma Shevchenko invece si presta, e come. La sua unica attività politica consiste nel manifestare a seno nudo contro tutti coloro che considera reazionari e omofobi, dalla Chiesa Cattolica a Berlusconi.

Il sociologo Zygmunt Bauman ha di recente rilevato che con le Femen giunge a compimento la parabola che porta la sessualità e il corpo femminile da realtà dotata di significato a puro «significante», cui si può far dire qualunque cosa e il suo contrario, così confermando – paradossalmente, perché le Femen sono femministe – che il corpo delle donne è un oggetto buono per qualunque uso.

Perché ha ottenuto asilo politico in Francia la Shevchenko? Perché la polizia ucraina la ricerca per avere tagliato con una motosega, il 16 agosto 2012, la croce eretta in memoria delle vittime dello stalinismo a Kiev, carissima ai cristiani ucraini. La Shevchenko intendeva manifestare solidarietà al gruppo russo delle Pussy Riots,  a loro volta condannate in Russia per avere inscenato una protesta anti-Putin nella cattedrale del Cristo Salvatore a Mosca, cantando una canzone che conteneva diverse bestemmie. Uno dei disegnatori dei francobolli francesi, Ciappa, ha affermato che le provocazioni antireligiose della Shevchenko incarnano perfettamente lo spirito della Rivoluzione francese – come dargli torto? – e che in quanto attivista per il matrimonio gay anche lui è stato «perseguitato» dai cattolici.

Alcuni deputati hanno espresso perplessità sui francobolli, ma il presidente Hollande li ha messi a tacere dichiarando che li trova «simbolici» e «poetici» e che ha scelto personalmente il bozzetto fra vari possibili, in quanto «rappresenta bene le priorità del suo mandato».

Quanto a Inna Shevchenko, ha dichiarato che se la ride «pensando a tutti gli omofobi che dovranno leccarmi il sedere ogni volta che mandano una lettera o una cartolina». Quando avrà finito di ridere, potrà tornare dagli avvocati: che stanno cercando di ribattere a una devastante inchiesta giornalistica ucraina secondo cui le Femen non sono affatto attiviste disinteressate ma percepiscono lauti stipendi da fondazioni dietro cui si celano vari «poteri forti» europei. Gli stessi, forse, che ispirano le scelte di certi francobolli.

Fonte: La nuova bussola quotidiana quotidiano cattolico di opinione online – Una Femen simbolo della Francia.

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