Una mossa demagogica

Le Chiese inglesi richiamano Cameron per la gravità della sua decisione

“Una mossa demagogica, fatta per conquistare voti”. Secondo il vescovo di Arundel e Brighton, mons. Kieran Conry, responsabile del settore evangelizzazione per la Conferenza episcopale d’Inghilterra e Galles, la decisione del primo ministro David Cameron d’introdurre i matrimoni gay, entro le prossime elezioni, nel 2015, è motivata dalla ricerca di maggiore popolarità politica. “È sorprendente che Cameron si comporti così, considerato che all’inizio del suo mandato si è impegnato a proteggere la famiglia e il matrimonio”, spiega il vescovo Conry, intervistato da Silvia Guzzetti, per Sir Europa. Il governo, che ha aperto sulla questione un processo di consultazione che si è concluso il 14 giugno, è in difficoltà e, nelle ultime settimane, ha già fatto tre o quattro inversioni di tendenza sulle tasse e in materia giudiziaria. “Non è escluso che Cameron cambi idea”, aggiunge mons. Conry. “Senz’altro la legge sui matrimoni gay è stata una decisione molto affrettata che non era prevista nel discorso dello scorso maggio con il quale la Regina ha annunciato le nuove leggi per il prossimo anno e che ha saltato il normale iter legislativo”, che prevedrebbe un “green” o un “white” paper, ovvero un rapporto del governo seguito da dibattito parlamentare.

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