Una riflessione sul concilio diretta da Gad Lerner. | Corrispondenza romana

(di Patrizia Fermani su Riscossa Cristiana del 17-10-2012) Qualche sera fa, su Sat 2000, è andata in onda la bellezza del pluralismo democratico. A dirigere una riflessione sul Concilio Vaticano II, in casa CEI, è stato chiamato l’infedele Gad Lerner, impegnato da sempre nell’instancabile  guerra anticattolica del miglior progressismo ateista e filo protestante.

Un po’ come, si parva licet componere magnis, uno Sharon a spasso sulla spianata delle moschee, invitato a dire la sua sulla preghiera del venerdì.
Il Gad, in bianco, conscio dell’occasione succulenta, ha subito presentato le proprie credenziali: la vicinanza ideologico-critica con il compianto cardinal Martini che tante cose nuove è riuscito a leggere nella dottrina cristiana.

Del resto, si sa come il Concilio abbia partorito, nella clinica della scuola bolognese, una chiesa nuova, tutta abbracciata al mondo che viene, da subito entrata in una lungimirante lotta con quella già collaudata ma vecchiotta di sempre. Così si capisce come, persino negli studi della Conferenza Episcopale, si possa mettere in campo un derby tra chiesa vecchia e nuova, senza badare alle spese né alle competenze dell’arbitro. E Gad lo brandisce subito, il Concilio, nella sua diffusa vulgata libertaria, eterodossa e  democratica, quale arma letale contro la “stupidità bigotta” di ieri e di oggi, secondo il linguaggio icastico del Melloni.

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