UNIONI GAY/ Sacconi (Pdl): le parole di Berlusconi? Noi siamo per il matrimonio tra uomo e donna

martedì 8 gennaio 2013

Si è pensato che, finché si trova in campagna elettorale, darà sempre la risposta più conveniente a seconda dell’interlocutore; o che – è l’ipotesi più estrema – essendo il centro ormai presidiato da altri, stia cercando di racimolare voti in quell’elettorato a cui dei cosiddetti valori non derogabili non può importagliene di meno. Sono queste le due chiavi di lettura attraverso cui sono state interprete la parole di Berlusconi che, ospite di Radio Rtl 102.5, sembra essersi espresso in favore della legittimazione dei matrimoni gay. A chi gli chiedeva se fosse favorevole al riconoscimento dei diritti delle coppie di fatto, aveva risposto spiegando che sarà necessario modificare il codice civile. Maurizio Sacconi, senatore del Pdl già ministro del Welfare, ci spiega quali sia reale pensiero dell’ex premier.

Come valuta le parole di Berlusconi?

Sono perfettamente coerenti con il documento sottoscritto da 173 parlamentari del Pdl in cui è stata sancita in maniera inequivocabile la distinzione tra la regolazione civilistica (finalizzata alla regolamentazione di un contratto tra le parti), intesa a disciplinare le relazioni affettive di qualunque natura, anche omosessuale, e la dimensione pubblicistica (volta a tutelare gli interessi della collettività), nonché l’unicità e l’esclusività del matrimonio naturale; anche in considerazione delle ingenti risorse (basti pensare che spendiamo 63 miliardi a favore dei coniugi) allocate in favore del sostegno di quell’unica unione naturale tra un uomo e una donna vocata alla procreazione e alla continuazione della società.

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