Università Cattolica: giuramento «con riserva interiore»

Ottantuno anni fa, per l’esattezza il 28 agosto 1931, veniva promulgato il Regio Decreto n. 1227, recante «Disposizioni urgenti sull’Istruzione superiore». Si tratta proprio di quel provvedimento normativo che conteneva il famigerato articolo 18, ovvero l’obbligo per i docenti universitari di prestare giuramento al potere politico, quale conditio sine qua non per poter accedere alla cattedra o per poterla mantenere. Un odioso ricatto perpetrato attraverso la seguente formula: «Giuro di essere fedele al Re, ai suoi reali successori e al Regime Fascista, di osservare lealmente lo Statuto e le altre leggi dello Stato, di osservare l’ufficio di insegnante e adempiere tutti i doveri accademici col proposito di formare cittadini operosi, probi e devoti alla Patria e al Regime Fascista. Giuro che non appartengo né apparterrò ad associazioni o partiti, la cui attività non si concili coi doveri del mio ufficio». Pare che in tutta Italia furono solo una quindicina, su oltre milleduecento, i docenti che ebbero il coraggio di rifiutare il giuramento di fedeltà al fascismo, perdendo così la cattedra universitaria.

Chi ritenga che tale episodio possa essere riferibile solo ad un triste e lontano passato, è subito servito. Le ideologie mutano i contenuti, ma non i metodi. Imperando nell’Italia 2012 la dittatura del relativismo, i docenti universitari sono ora sottoposti ad altre formule di giuramento, onde garantirsi o mantenersi la relativa cattedra. Accade ad un giovane docente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, al quale viene draconianamente imposta la sottoscrizione del Codice Etico del medesimo Ateneo, per poter accedere alla possibilità d’insegnamento. Senza adesione ai principi del Codice, nessuna lettera d’incarico.

Cliccare sul link per continuare a leggere: Università Cattolica: giuramento «con riserva interiore».

Print Friendly, PDF & Email
Questa voce è stata pubblicata in Europa. Contrassegna il permalink.

I commenti sono chiusi.