“Uno di noi”: 2 milioni di firme! Un successo del popolo della vita

Scritto da Susanna Manz

 

Abbiamo un gran bisogno di belle notizie, di quelle che tirano su il morale. E il successo della raccolta di firme “Uno di noi” è una di queste. Possiamo davvero brindare alla vittoria:  il popolo “della vita e per la vita” (per usare la bellissima espressione del beato Giovanni Paolo II) ha dato una grande dimostrazione di forza.

Con 1.897.588 firme raccolte, “Uno di Noi” è la prima iniziativa popolare europea come numero di firme: fino ad oggi, su più di trenta tentativi, soltanto altre due petizioni europee erano riuscite a superare, seppur per poco, la soglia di un milione di firme (una petizione per l’acqua potabile e un’altra contro la vivisezione). Inoltre, è la più grande raccolta di firme non solo come numero complessivo di firme raccolte ma anche come numero di paesi coinvolti: il minimo era di 7 paesi, ma per “Uno di Noi” sono 20 i paesi che hanno  superato la quota. «Un risultato al di là di ogni aspettativa», ha dichiarato  Ana del Pino, coordinatrice europea dell’Iniziativa.

Ma andiamo con ordine, vi racconto cosa è successo in questi mesi. Perché sono accadute delle cose bellissime, come al solito nel silenzio assoluto dei grandi mezzi di informazione.

In primo luogo, che cosa è una iniziativa dei cittadini europei? E’ un nuovo strumento di democrazia partecipativa: l’iniziativa deve essere sostenuta da almeno un milione di cittadini europei, provenienti da almeno 7 dei 27 Stati membri.

Considerando questa opportunità, all’inizio del 2013 nasce l’iniziativa “Uno di noi”. Partendo dalla recente sentenza della Corte di Giustizia (Brüstle vs Greenpeace), che ha definito l’embrione umano come l’inizio dello sviluppo dell’essere umano (sentenza ovviamente trascurata dai media), si chiede alla UE di porre fine al finanziamento di attività che presuppongono la distruzione di embrioni umani, in particolare nei settori della ricerca, dello sviluppo e della salute pubblica.

Tutti i paesi dell’Unione Europea sono invitati a mobilitarsi nella raccolta di firme, e anche l’Italia si attiva: il 6 aprile nasce il Comitato Esecutivo Italiano, di cui entrano a far parte una ventina tra reti interassociative, associazioni e movimenti laicali cattolici. Anche Alleanza Cattolica aderisce al Comitato: nelle riunioni operative sarà rappresentata da Alfredo Mantovano, che in più di un’occasione ha ribadito la forte motivazione di Alleanza Cattolica nel sostegno alla campagna: «Ci crediamo molto perché, in un momento in cui la propaganda e la pratica dell’eutanasia diventano sempre più diffuse, la sperimentazione sugli embrioni è praticata in tanti Stati dell’Ue, richiamare alla assoluta non manipolabilità dell’uomo è compito essenziale per chiunque abbia a cuore le sorti della civiltà».

La nostra associazione fa dunque la sua parte con impegno e determinazione, invitando alla sottoscrizione on line, attraverso il sito internet, e mettendo a disposizione i moduli cartacei in occasione degli incontri pubblici.

Sono davvero tante le realtà che si impegnano in questa raccolta di firme, sapendo di avere al loro fianco il sostegno della Chiesa: il segretario generale della CEI, monsignor Crociata, invia una lettera a tutti i parroci italiani invitandoli alla mobilitazione; Benedetto XVI sostiene l’iniziativa, che viene anche citata da Papa Francesco all’Angelus del 12 maggio 2013.

Ma il valore della vita e la tutela dell’embrione umano non sono sostenuti solo dai cattolici: per questo motivo vengono coinvolte anche realtà del mondo scientifico, culturale, filosofico, della scuola e università. E sempre nel silenzio dei media, la raccolta prosegue con successo anche in tanti Paesi europei cristiani ortodossi o protestanti. E persino nella scristianizzata Olanda si ottiene un risultato inaspettato.

La raccolta di firme si ferma il 1° novembre, come previsto, e si va alla conta: 1.897.588 firme e il numero è destinato a salire, perché le firme raccolte su carta richiedono un controllo più lento. Bastavano 7 Stati, per la regolarità della petizione, e invece in 20 Stati è stata superata la soglia richiesta. Davvero si deve brindare ad un successo senza precedenti. L’Italia ha fatto un figurone: doveva raccogliere almeno 54.750 firme e ne ha raccolte 631.024.

E adesso? Bisognerà attendere tre mesi per le ulteriori verifiche e la registrazione della richiesta. Terminata questa fase, la Commissione europea sarà obbligata, entro altri tre mesi, a dare una risposta, la quale dovrà essere preceduta da un’audizione ad alto livello degli organizzatori. A quel punto, almeno un risultato sarà stato sicuramente ottenuto: l’ingresso del dibattito sul diritto dell’embrione umano – invocato da 2 milioni di cittadini – nell’agenda dell’Unione europea.

Inoltre, non è da sottovalutare un altro grande obiettivo raggiunto: realizzare una rete tra tutte le associazioni pro-life europee. I coordinatori dell’iniziativa, riunitisi a Cracovia (Polonia) la settimana scorsa, si sono accordati per la realizzazione di una federazione europea che difenda la vita davanti alle istituzioni EU: la “Federazione per la vita e la dignità dell’uomo, Uno di Noi”. Maria Grazia Colombo, portavoce del Comitato italiano, intervistata su www.tempi.it,  ha evidenziato il valore aggiunto di questa modalità operativa: «muovendoci con le associazioni, incontrando persone, sensibilizzando e facendo rete con gli altri movimenti europei. Questa azione deve proseguire, fino a diventare la modalità normale con cui muoversi in tutta Europa. Il risultato che abbiamo ottenuto, infatti, deve essere solo l’inizio di un’azione di sollecitazione di tutti coloro che sono disposti a un dialogo sui temi che riguardano la natura profonda della sacralità della vita.»

Nella primavera del 2014 ci saranno le elezioni europee: i politici in campagna elettorale terranno conto dei due milioni di cittadini europei che hanno firmato per “Uno di noi”?

Fonte: “Uno di noi”: 2 milioni di firme! Un successo del popolo della vita.

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