Usa, la marcia indietro di Obama per molti cattolici è un “miracolo”

Dopo la decisione del presidente di modificare la riforma sanitaria esentando gli enti religiosi dal pagare i contraccettivi per i dipendenti, cattolici divisi tra cautele ed entusiasmi

Alessandro Speciale

La reazione finora è all’insegna della cautela ma c’è già chi, come Micheal Sean Winters sul National Catholic Reporter, parla di “miracolo”: il ministero della Sanità statunitense ha annunciato ieri che saranno modificate le norme di applicazione della riforma sanitaria del presidente Obama, in modo da esentare gli enti cattolici dal pagare i servizi abortivi e contraccettivi per i propri dipendenti.
La decisione del segretario alla salute e ai servizi umani, Kathleen Sebelius, arriva dopo mesi – quelli, va ricordato, della campagna elettorale per le presidenziali, un periodo sempre poco adatto ai compromessi – di battaglia senza esclusione di colpi tra la Chiesa cattolica e la Casa Bianca. Decine di diocesi e istituzioni cattoliche hanno lanciato una serie di ricorsi coordinati contro la riforma, nella speranza di portare la questione davanti alla Corte Suprema, mentre molti vescovi di Oltreoceano hanno parlato senza mezzi termini di “attacco alla libertà religiosa” da parte del presidente democratico.
Al centro del contendere, la norma che – secondo i critici della riforma di Obama – avrebbe obbligato le istituzioni a carattere religioso, come gli ospedali e le scuole, a pagare anche per prestazioni considerate immorali come la contraccezione. Nella bozza di proposta presentata ieri è previsto che gli oneri per i servizi contraccettivi e abortivi assicurati ai dipendenti siano a carico di terze parti, e viene allargata di molto la rosa delle organizzazioni – come ospedali, cliniche e università – che hanno diritto all’esenzione per rispetto alla loro identità religiosa.
La Conferenza episcopale Usa per ora sospende il giudizio: in una breve nota, pur sottolineando “di accogliere con favore l’opportunità di esaminare attentamente i regolamenti”, i vescovi si riservano di “pubblicare prossimamente un comunicato dettagliato” una volta studiate attentamente le nuove norme.

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