Uteri in affitto, boom di richieste

di Tommaso Scandroglio

Cresce nel mondo la domanda di uteri in affitto. La pratica della maternità surrogata nasce dall’impossibilità per la donna della coppia che vuole un figlio in provetta di portare a termine la gestazione, oppure dalla mancanza di volontà di addossarsi l’onere della gravidanza e del parto, o infine dalla richiesta di essere “genitori” da parte di una coppia di omosessuali maschi o di un/una single.

A fronte della domanda che sale, in parallelo aumenta l’offerta e il lavoro dei centri specializzati che mettono in contatto le coppie con le donne che si offrono come incubatrici di carne. Uno dei più attivi è lo statunitense Center of Surrogate Parenting (CSP): 1.700 bambini nati da uteri affittati in 30 anni di attività. Il 40% delle richieste arriva da stranieri. La metà dei clienti è omosessuale. Tra questi ricordiamo la popstar Elton John che nel 2010, all’età di 63 anni, si rivolse a questa clinica insieme al suo compagno David Furnish per avere un bambino “in conto terzi” (si veda l’articolo pubblicato su La Bussola Quotidiana  “Elton John, ‘padre’ in un film horror di terz’ordine” del 30 dicembre 2010).

Il tutto ha inizio con una chiacchierata in internet tramite Skype tra gli aspiranti “genitori” e il personale del CSP. Poi si passa alla selezione della donatrice dell’ovocita – perché spesso la donna della coppia richiedente è troppo in là negli anni per avere gameti giovani e sani – e della gestante. A volte le due figure coincidono. In merito alla “donatrice” di ovuli occorre avere tra i 21 e i 35 anni, essere in salute, dare prova di un buon quoziente intellettivo (ma il fatto di prestarsi a simili operazioni mette in dubbio quest’ultimo requisito), avere un ottimo carattere.

Anche chi offre il proprio utero deve possedere delle caratteristiche ben precise: alta, giovane, snella, sposata e con figli perché così avrà già avuto esperienze di parto e sarà di certo una persona responsabile. Inoltre dovrà essere sottoposta a test psicologici e la sua fedina penale deve essere immacolata. Dato che il CSP si fregia di essere un centro serio e professionale, non si accettano candidature da parte di donne che si rifiuterebbero di abortire se il feto fosse malformato o se la gravidanza fosse multipla, avendo invece richiesto la coppia un solo bambino. Insomma il “controllo qualità” se va bene per il manzo argentino può andar bene anche per le femmine degli esseri umani. La selezione è così ardua che a fronte di 400 domande che il CSP riceve ogni mese, solo una dozzina viene accettata.

Cliccare sul link per continuare a leggere: La nuova bussola quotidiana quotidiano cattolico di opinione online – Uteri in affitto, boom di richieste.

Print Friendly, PDF & Email
Questa voce è stata pubblicata in Varie. Contrassegna il permalink.

I commenti sono chiusi.