«Valori irrinunciabili, base per il bene comune»

Il principale messaggio è per i cittadini. «Non votare significa portare acqua alle difficoltà del Paese». Quindi è bene recarsi alle urne e dare il proprio sostegno a chi sostiene «i valori irrinunciabili», che costituiscono «la base del bene comune». Ma monsignor Mariano Crociata ne ha anche altri, e non meno importanti, di messaggi. Alla classe politica nel suo complesso: «Sarebbe opportuno che il dibattito elettorale di queste settimane fosse meno incentrato su battute a effetto e più puntato alle prospettive future del Paese per superare la crisi che stiamo vivendo» (la disoccupazione crescente, ad esempio, indicata tra i problemi maggiori). E anche ai cattolici impegnati nell’agone elettorale. «La collocazione in diverse formazioni non è dispersione, ma ricchezza». A patto che «l’accento, prima che sulla varietà di scelte» venga messo «sull’unità di fondo che sussiste tra coloro che esprimono la propria coscienza civica impegnandosi anche in politica».

Il segretario generale della Cei ha risposto così, ieri mattina, alle domande dei giornalisti durante la conferenza stampa di presentazione del comunicato finale del Consiglio permanente tenutosi in settimana. Domande che, come c’era da attendersi, hanno riguardato in particolare le prossime elezioni e i temi ad esse connessi. L’astensione, ad esempio, va posta sullo stesso piano del suffragio dato alle forze della cosiddetta antipolitica? «Non votare è un segnale pericoloso, di corto respiro civico, un danno per la democrazia», ha detto il vescovo. D’altra parte, però, «bisogna superare allergie e insoddisfazioni anche profonde», cercando di esprimere «scelte non sotto la spinta dell’emotività», ma in base a «una valutazione che cerca d’incanalare energie positive al dibattito e al confronto, quindi a dinamiche di democrazia». Perciò Crociata ha sottolineato: «Le insoddisfazioni che, in maniera più o meno forte, possono essere avvertite devono indurre a scelte molto oculate, a valutazioni molto attente che comunque, attraverso l’espressione del voto, contribuiscano a dinamiche d’impegno, di confronto, di rapporto tra forze e presenze che possono interagire per produrre politica».

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