Vescovi europei, “Primavera araba” occasione di rinascita

Il convegno della COMECEI pastori del Continente analizzano l’impegno dell’Unione Europea per il processo di democratizzazione dell’area tra cadute e speranze. Intanto per comprendere la complessa realtà dei cristiani nell’area è uscito un saggio di Manuela Borraccino

L’Europa in difesa della libertà religiosa: nodo centrale della prossima politica dell’Unione. Il 9 maggio al Parlamento Europeo, studiosi, testimoni ed europarlamentari si sono confrontati nell’ambito del seminario «I cristiani nel mondo arabo ad un anno dalla primavera araba», organizzato dalla Commissione delle Conferenze episcopali europee (COMECE).

Diversi europarlamentari hanno espresso la comune volontà di sostenere la minoranza cristiana In Medio Oriente e nel Nord Africa, promuovendo valori e diritti umani: su tutti la libertà religiosa.

«Per anni abbiamo evitato di intervenire – ha detto l’on Mario Mauro Capo della delegazione del deputati del PDL nel gruppo Partito Popolare Europeo – a causa del pregiudizio errato per cui la presenza cristiana nel mondo arabo sarebbe frutto del colonialismo e a causa del timore che una nostra eventuale risoluzione fosse percepita come il rilancio di un progetto egemonico». Oggi però l’Europa guarda con apprensione alla minoranza cristiana in Medio Oriente e Nord Africa, ai nuovi assetti politici ed alle nuove Costituzioni.

La primavera araba purtroppo non ha mantenuto le aspettative. I giovani colti e padroni dei media che erano scesi in piazza per chiedere diritti e democrazia non hanno saputo conquistare il vuoto di potere lasciato dalla caduta dei regimi.

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