VISTO DAGLI USA/ Matrimoni gay, la brutta pagina di una nazione in crisi

mercoledì 27 marzo 2013 –  Riro Maniscalco

Ieri la Corte Suprema degli Stati Uniti d’America ha avviato due giorni di “oral arguments” su quello che retoricamente – e a mio avviso, sconsideratamente – la maggior parte della stampa definisce “il grande tema dei diritti civili del XXI secolo”, ovvero i matrimoni omosessuali.

Soprattutto oggi, giornata d’apertura del dibattito, questa retorica sconsiderata si è fatta particolarmente stucchevole attraverso un florilegio di articoli tesi a sensibilizzare l’opinione pubblica. Con questo termine si intende quella vastissima fascia della popolazione che ha chiaramente presente che ci sono ben altre urgenze a questo mondo e l’altrettanto ampia fascia che è pronta a lottare per difendere il “diritto civile” di affermare che esiste una famiglia solo e quando esistono un marito ed una moglie. Che è poi quello che l’attuale legge americana afferma. E che è quello che gay&lesbians, col massiccio sostegno dei media, vogliono ribaltare, convincendoci che è tutta una questione d’amore, libertà e non discriminazione. Diritti civili, appunto.

L’articolo di centro nella front page del New York Times di oggi, a firma Peter Baker, sembra una pagina strappata al libro Cuore. Baker ci narra di quando, in una notte buia e tempestosa del 1996, dopo una lunga e faticosa giornata di campagna elettorale, l’allora Presidente Bill Clinton rientrò alla Casa Bianca. “Era l’una meno dieci di sabato, 21 Settembre 1996, senza macchine fotografiche o cerimonie…” oh, dico, la storia è storia …. La storia qui è che in quell’ora dei fantasmi Clinton firmò per tornaconto politico “The Defense of Marriage Act”, rendendo legge federale il fatto che – come tutti eravamo soliti imparare sin da piccoli – per fare una famiglia ci vogliono un uomo ed una donna.  Ma ecco il libro Cuore, Clinton si pente! Ci ha messo un po’ in verità, ma adesso “ha capito di aver violato la Costituzione”…

Obama invece ha fatto prima, senza bisogno di firmare niente di anticostituzionale per poi ravvedersi. Era partito dicendo “diritti civili sì, matrimonio no”, ma poi ha cambiato.

Wait a minute… Da che parte la prendiamo questa storia? Legale? “Violato la Costituzione”: ma vi pare che i Padri fondatori avessero in mente di assicurare un futuro con focolare domestico alle coppie gay? Per favore. Come dice un mio dipendente repubblicano, uno dei pochi con un accettabile senso dello humor, quando Romney ha cambiato idea rispetto all’aborto ha fatto il ruffiano voltagabbana. Obama e Clinton invece sono “evoluti nella coscienza”.

Prendetemi per omofobo, I don’t care, anche perché non lo sono. Tra la gente che lavora per me ho sia eterosessuali che omosessuali. Non discrimino, purché abbiano passione per il lavoro che son chiamati a fare e non usino del loro ruolo per fare propaganda.

Solo che son convinto che c’è una verità delle cose, e che “discrimazione” è un termine incompreso ed abusato. Tanto per cominciare il Creatore è il più grande discriminatore di sempre. Ci ama tutti, completamente ed incondizionatamente, ma per esempio io che avrei voluto essere alto con gli occhi azzurri sono basso con gli occhi castano-scuri. Fatevi gli esempi che volete, sono infiniti. “Spero” che Obama, Clinton, Cuomo (il Governatore dello Stato di New York) che porta i figli alla Gay Parade (una delle cose più rivoltanti, volgari e insensate che abbia mai visto in vita mia) facciano quel che fanno per mero tornaconto politico. Sennò c’è veramente da preoccuparsi.

Lo sapete quanti milioni di dollari Obama tirò su in quattro e quattr’otto, in piena campagna elettorale, quando annunciò che aveva cambiato idea in merito alle unioni gay? Sì perché il mondo gay&lesbians, per quanto minuscolo sia (i numeri sono obiettivamente, ridicolmente piccoli), sembra essere estremamente benestante. Forse perché …non hanno famiglia! Forse allora bisognerebbe lasciarli sposare ed adottare (adottare, perché per quanto si provi ad andare contro natura, ancora le gravidanze omosessuali sembrano un attimo difficili da realizzare). Se li facciamo “diventare famiglia” forse diventeranno poveri come noi e cominceranno a contare per quel che sono, quattro gatti…

Mi fermo, anche se su queste cose torneremo. Vedremo cosa dirà la Corte, una Istituzione che meriterebbe un discorso a sé. Vedremo cosa questi nove personaggi eletti a vita, scelti da quattro diversi Presidenti (due da Reagan, due da Clinton, tre da Bush, due da Obama) ci diranno. Se quel Defense of Marriage Act proditoriamente firmato da Clinton nel ’96 va messo al rogo, o se lasceranno ai singoli Stati il potere di decidere, o che altro.

Perdonatemi, questo non è un tema vitale per una Nazione, per un popolo. Se lo diventa significa che il popolo latita, che la Nazione è confusa. Che qualcosa ha abbattuto le certezze di sempre spalancando il campo al relativismo.

Infatti cosi è.

Fonte: VISTO DAGLI USA/ Matrimoni gay, la brutta pagina di una nazione in crisi.

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