ZENIT – “Doveva gridare forte e chiaro”

Intervista con Peter van Hoof, di Aiuto alla Chiesa che Soffre Olanda

Paola de Groot-Testoni
ROMA, Monday, 14 January 2013 (Zenit.org).

L’associazione  Aiuto alla Chiesa che Soffre  è una fondazione di diritto pontificio, fondata nel 1947 da un giovane sacerdote norbertino olandese, padre Werenfried van Straaten. Nato il 17 gennaio 1913 a Mijdrecht, era entrato nel 1934 nell’abbazia premostratense belga di Tongerlo. A cento anni di distanza dalla sua nascita, ZENIT ha intervistato Peter van Hoof, di ACS Olanda (Kerk in Nood Nederland).

Quando, dove e come è nata l’Associazione “Aiuto alla Chiesa che Soffre”?

Peter van Hoof: Padre Werenfried van Straaten cominciò la sua attività nel 1947, quando l’Europa occidentale venne invasa da centinaia di migliaia di profughi e sfollati. Iniziò con la raccolta di vestiti e cibo, presto si rese conto che la necessità spirituale dei rifugiati era molto più grande dei problemi materiali. Da quel momento l’aiuto venne destinato a sostenere le attività pastorali tra i rifugiati.
Inizialmente l’aiuto venne limitato ai campi di raccolta in quella che in seguito divenne la Germania Ovest. Dal 1956 (la Rivolta Ungherese), il supporto venne esteso alla Chiesa nell’Europa Centrale ed Orientale. Dal 1964, su richiesta del Papa di allora, venne dato anche ampio supporto alle Chiese del Terzo Mondo. Al momento circa il 40% di tutti gli aiuti vanno ai paesi ex-comunisti, e il 60% al Terzo Mondo.

Quale fu il ruolo di Padre Werenfried Van Straaten?
Peter van Hoof: Nel Natale 1947 il giovane sacerdote norbertino (Werenfried aveva allora 34 anni) scrisse un articolo intitolato “La pace sulla terra? Non c’è posto alla locanda”. Con questo articolo, invitava il popolo belga ad aiutare i 14 milioni di tedeschi esiliati dalle regioni orientali e rimasti senza tetto dopo la seconda guerra mondiale. Oltre 6 milioni di loro erano cattolici.
Nessuno avrebbe mai potuto immaginare che questo sarebbe stato l’inizio della nascita di un ente di beneficenza che oggi raggiunge circa 140 paesi in tutto il mondo. Erano tempi molto difficili. Europa era totalmente in rovina e molti Belgi erano in lutto per i loro cari che erano stati uccisi dai tedeschi. Le ferite di guerra erano ancora aperte. Ma Padre Werenfried era così toccato dalla miseria del popolo tedesco, in particolare degli esiliati delle regioni dell’est, che non poteva rimanere in silenzio. Doveva gridare forte e chiaro.
Avvenne l’improbabile. La chiamata di Werenfried scatenò una massiccia ondata di generosità e di abnegazione tra i Belgi e gli Olandesi. Una delle prime cose che Padre Werenfried chiese al popolo belga delle campagne fu la pancetta, così almeno da spegnere l’enorme fame dei rifugiati. Infatti si rese presto conto che le popolazioni rurali non disponevano di molto denaro ma che avevano abbastanza cibo che potevano e volevano condividere. Padre Werenfried raccolse talmente tanta pancetta che fu presto soprannominato “Padre Pancetta” (Spekpater).

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