07 Settembre 2014: Giornata di preghiera per la pace in Siria | Da Porta Sant’Anna

E’ appena trascorso un anno da quando Papa Francesco ha indetto una giornata di preghiera e digiuno per la pace in Siria. Nell’Angelus del 01 Settembre, il Santo Padre ricordava ai presenti in Piazza San Pietro: “vorrei farmi interprete del grido che sale da ogni parte della terra, da ogni popolo, dal cuore di ognuno, dall’unica grande famiglia che è l’umanità, con angoscia crescente: è il grido della pace! E’ il grido che dice con forza: vogliamo un mondo di pace, vogliamo essere uomini e donne di pace, vogliamo che in questa nostra società, dilaniata da divisioni e da conflitti, scoppi la pace; mai più la guerra! Mai più la guerra! La pace è un dono troppo prezioso, che deve essere promosso e tutelato. Vivo con particolare sofferenza e preoccupazione le tante situazioni di conflitto che ci sono in questa nostra terra, ma, in questi giorni, il mio cuore è profondamente ferito da quello che sta accadendo in Siria e angosciato per i drammatici sviluppi che si prospettano. Rivolgo un forte Appello per la pace, un Appello che nasce dall’intimo di me stesso! Quanta sofferenza, quanta devastazione, quanto dolore ha portato e porta l’uso delle armi in quel martoriato Paese, specialmente tra la popolazione civile e inerme! Pensiamo: quanti bambini non potranno vedere la luce del futuro! Con particolare fermezza condanno l’uso delle armi chimiche! Vi dico che ho ancora fisse nella mente e nel cuore le terribili immagini dei giorni scorsi! C’è un giudizio di Dio e anche un giudizio della storia sulle nostre azioni a cui non si può sfuggire! Non è mai l’uso della violenza che porta alla pace. Guerra chiama guerra, violenza chiama violenza! Con tutta la mia forza, chiedo alle parti in conflitto di ascoltare la voce della propria coscienza, di non chiudersi nei propri interessi, ma di guardare all’altro come ad un fratello e di intraprendere con coraggio e con decisione la via dell’incontro e del negoziato, superando la cieca contrapposizione. Con altrettanta forza esorto anche la Comunità Internazionale a fare ogni sforzo per promuovere, senza ulteriore indugio, iniziative chiare per la pace in quella Nazione, basate sul dialogo e sul negoziato, per il bene dell’intera popolazione siriana”.

L’accorato invito del Papa, ha trovato subito accoglienza presso il popolo cristiano e l’umanità. In quella giornata si moltiplicarono in tutto il mondo le preghiere e le richieste di pace per la martoriata nazione siriana: quando tutto sembrava perduto, la forza della preghiera è riuscita a cambiare il corso della storia. Le navi da guerra inviate per iniziare le operazioni militari, nei giorni successivi si sono allontanate, e le parti in causa hanno ceduto il passo alla faticosa via della pace e della riconciliazione. Ma la pace è ancora ben lontana, e della Siria il mondo oggi rischia di dimenticare il dramma e le spaventose ferite, materiali e dei cuori. Anzi, l’inverno che l’ha avvolta sta investendo altri Paesi circostanti e rischia di frantumare l’intero Medio Oriente e la sua secolare tradizione di convivenza tra popoli e religioni differenti.

Cosa e chi sostiene la guerra? E’ la domanda di partenza per comprendere realmente cosa si nasconde dietro ai conflitti. Lo ha ricordato Papa Francesco incontrando i rifugiati Siriani in Terra Santa: “La radice del male è nella cupidità del denaro, che c’è in chi è attivo nella fabbrica e nella vendita delle armi”. In nome della pace, diciamo No al traffico delle armi. Ogni guerra produce morte e distruzione. A causa delle armi muoiono al giorno milioni di persone indifese e innocenti. Non bastano solo le dichiarazioni o i trattati per far finire la guerra. Occorre che gli stessi prima di firmare qualsiasi accordo, non permettano fattivamente il traffico di armi:“Cessino le violenze e venga rispettato il diritto umanitario, garantendo la necessaria assistenza alla popolazione sofferente! Si abbandoni da parte di tutti la pretesa di lasciare alle armi la soluzione dei problemi e si ritorni alla via del negoziato. La soluzione, infatti, può venire unicamente dal dialogo e dalla moderazione, dalla compassione per chi soffre, dalla ricerca di una soluzione politica e dal senso di responsabilità verso i fratelli” (Papa Francesco ai profughi siriani e iracheni in Terra Santa).

Cosa produce la guerra? L’effetto più immediato delle conseguenza dei conflitti armati è la fuga della gente verso luoghi più sicuri. I campi profughi allestiti nei vari paesi per accogliere la moltitudine di persone scappate per trovare sicurezza, sono numerosi. Spesso diventano ricettacoli per la malavita e centro di reclutamento tra i più giovani da parte dei gruppi fondamentalisti. A più di tre anni anni dall’inizio della crisi, la popolazione è ormai allo stremo delle forze. Le testimonianze raccolte dipingono una situazione disperata: violenza religiosa, uccisioni brutali, arresti arbitrari, torture, rapimenti e sparizioni, stupri, distruzione di infrastrutture, scarsità di viveri ed elettricità, impossibilità di andare a scuola o di lavorare a causa delle violenze e una popolazione costretta a frequenti spostamenti.

Il Coordinamento Nazionale per la Siria, nel giorno 07 Settembre 2014, intende riproporre a tutti gli uomini di buona volontà, una giornata speciale di preghiera, di riflessione, di digiuno per il popolo siriano, aderendo alle parole del Papa: “Quando l’uomo pensa solo a se stesso, ai propri interessi e si pone al centro, quando si lascia affascinare dagli idoli del dominio e del potere, quando si mette al posto di Dio, allora guasta tutte le relazioni, rovina tutto; e apre la porta alla violenza, all’indifferenza, al conflitto. Esattamente questo è ciò che vuole farci capire il brano della Genesi in cui si narra il peccato dell’essere umano: l’uomo entra in conflitto con se stesso, si accorge di essere nudo e si nasconde perché ha paura (Gen 3,10), ha paura dello sguardo di Dio; accusa la donna, colei che è carne della sua carne (v. 12); rompe l’armonia con il creato, arriva ad alzare la mano contro il fratello per ucciderlo. Possiamo dire che dall’armonia si passa alla “disarmonia”? Possiamo dire questo: che dall’armonia si passa alla “disarmonia”? No, non esiste la “disarmonia”: o c’è armonia o si cade nel caos, dove è violenza, contesa, scontro, paura”. E’ possibile percorrere la strada della pace? Possiamo uscire da questa spirale di dolore e di morte? Possiamo imparare di nuovo a camminare e percorrere le vie della pace? Invocando l’aiuto di Dio, sotto lo sguardo materno della Salus populi romani, Regina della pace, voglio rispondere: Sì, è possibile per tutti! Questa sera vorrei che da ogni parte della terra noi gridassimo: Sì, è possibile per tutti! Anzi vorrei che ognuno di noi, dal più piccolo al più grande, fino a coloro che sono chiamati a governare le Nazioni, rispondesse: Sì, lo vogliamo! La mia fede cristiana mi spinge a guardare alla Croce. Come vorrei che per un momento tutti gli uomini e le donne di buona volontà guardassero alla Croce! Lì si può leggere la risposta di Dio: lì, alla violenza non si è risposto con violenza, alla morte non si è risposto con il linguaggio della morte. Nel silenzio della Croce tace il fragore delle armi e parla il linguaggio della riconciliazione, del perdono, del dialogo, della pace. Vorrei chiedere al Signore, questa sera, che noi cristiani e i fratelli delle altre Religioni, ogni uomo e donna di buona volontà gridasse con forza: la violenza e la guerra non è mai la via della pace! Ognuno si animi a guardare nel profondo della propria coscienza e ascolti quella parola che dice: esci dai tuoi interessi che atrofizzano il cuore, supera l’indifferenza verso l’altro che rende insensibile il cuore, vinci le tue ragioni di morte e apriti al dialogo, alla riconciliazione: guarda al dolore del tuo fratello – penso ai bambini: soltanto a quelli… – guarda al dolore del tuo fratello, e non aggiungere altro dolore, ferma la tua mano, ricostruisci l’armonia che si è spezzata; e questo non con lo scontro, ma con l’incontro! Finisca il rumore delle armi! La guerra segna sempre il fallimento della pace, è sempre una sconfitta per l’umanità. Risuonino ancora una volta le parole di Paolo VI: «Non più gli uni contro gli altri, non più, mai!… non più la guerra, non più la guerra!» (Discorso alle Nazioni Unite, 4 ottobre 1965: AAS 57 [1965], 881). «La pace si afferma solo con la pace, quella non disgiunta dai doveri della giustizia, ma alimentata dal sacrificio proprio, dalla clemenza, dalla misericordia, dalla carità» (Messaggio per Giornata Mondiale della pace 1976: AAS 67 [1975], 671). Fratelli e sorelle, perdono, dialogo, riconciliazione sono le parole della pace: nell’amata Nazione siriana, nel Medio Oriente, in tutto il mondo! Preghiamo, questa sera, per la riconciliazione e per la pace, lavoriamo per la riconciliazione e per la pace, e diventiamo tutti, in ogni ambiente, uomini e donne di riconciliazione e di pace. Così sia”.

Come partecipare alla Giornata di Preghiera per la Siria? Le modalità di partecipazione sono molteplici: innanzitutto accogliere l’invito alla preghiera da parte del Papa. Nelle celebrazioni parrocchiali, si può aggiungere nella preghiera dei fedeli un’intenzione speciale per la Siria, o nel momento della ‘omelia’ far parlare un testimone. Organizzare momenti di preghiera e di ascolto nei gruppi giovanili, conferenze nei centri culturali, per sensibilizzarli al tema della pace. Favorire marce pacifiche davanti ai luoghi simbolo per testimoniare il desiderio sincero della pace. Recitare durante il giorno per la Siria la preghiera per la pace. Per i credenti delle altre religioni, secondo gli usi possono favorire momenti di ascolto e preghiera per la Siria. Scrivere e-mail ai potenti della terra, affinché cessino le ostilità contro il popolo siriano. Nelle scuole chiedere ai bambini di esprimere tramite temi e disegni il dramma siriano. Il Coordinamento Nazionale per la pace in Siria è disponibile a mettere in contatto chi intende realizzare momenti pubblici di testimonianza con relatori esperti di Siria.

L’appuntamento per la Giornata di Preghiera è per Domenica 7 settembre 2014 alle ore 10.30 presso la Basilica di Santa Maria in Cosmedin, Piazza Bocca della verità, Roma.

Segreteria Coordinamento Nazionale per la Pace in Siria: E-mail: [email protected]; web: syriapax.org

Redazione DPSA

Fonte: 07 Settembre 2014: Giornata di preghiera per la pace in Siria | Da Porta Sant’Anna.

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