13 maggio 2019/ 13 maggio 1978 : 41 anni di totale indifferenza delle Istituzioni per la Salute Pubblica Mentale?

Certamente : sono passati 41 anni da quel 13 maggio 1978 dove il Parlamento Italiano approvava la legge 180 e 833 .

E’ stata una “legge” ispirata dallo psichiatra veneziano Franco Basaglia, che dettava le Norme che il malato mentale è da curare ed il “manicomio” una istituzione da abbattere.

E’ stata votata dal Parlamento Italiano sotto la spinta minacciosa di un Referendum abrogativo nella certezza che il “manicomio” avrebbe avuto una valida maggioranza : tutti volevano la Riforma, votò contro il MSI, mentre i liberali si astennero, determinando il passaggio dalla custodia a quello terapeutico.

Priva del Regolamento d’Applicazione e con l’aggiunta della legge 833, non è stata prevista Strutture Alternative ed adeguate, organizzazione dei servizi, perché non vi è stata una serena valutazione dei limiti terapeutici attuati nell’epoca, stabilendo che la malattia mentale è un problema sociale ed il “malato” assimilato all’emarginato, all’handicappato, all’anziano non autosufficiente.

Con l’entrata in vigore delle Leggi 180 e 833 :

  1. per decenni Basaglia ha cercato di curare i malati psichici fuori dalle Strutture Ospedaliere ;
  2. viene vietata la  riapertura e la costruzione di nuovi “manicomi”, introducendo la norma che “accertamenti e trattamenti sanitari sono volontari”;
  3. il TSO ( Trattamento Sanitario Obbligatorio) composto di farmaci antipsicotici ha una durata di 7 giorni e deve essere richiesto da uno Psichiatra, firmato dal Sindaco e convalidato del Giudice Tutelare;
  4. tutti gli interventi relativi alla cura,  prevenzione e riabilitazione devono essere attuati di norma dai Servizi e dai Presidi Psichiatrici extra Ospedalieri.

In quel di norma si nota tutta la lacuna in cui la psichiatria ha vissuto e vive tutt’ora in aperta ambiguità in quanto :

  1. si dà il mandato al privato con costi elevati per cura ;
  2. nei Reparti Ospedalieri a volte non esiste la presenza Psichiatrica ed i pazienti vengono sottoposti a terapie massicce di farmaci tanto da renderli socialmente accettabili e poi dimessi , per essere riammessi qualche settimana o mese dopo.

E’ una autentica vergogna !

In breve la Legge ha due movimenti d’interpretazione, perché alcuni sostengono che :

  1. la legge 180 va rivista, rimodernata, mentre il privato “copre” il 50% delle esigenze del pubblico con alti costi ;
  2.  potenziare i Dipartimenti di Salute Mentale ; reinserimento lavorativo; prevenzione.

Siamo favorevoli al potenziamento dei Dipartimenti, ma contrari a quanti sostengono per nessun ricovero od ospedalizzazione pubblica, negando la cronicità (forse pensando di curare con la buona parola in alberghi a 5 stelle), favorendo in tal modo il lucro ed i business privati !

Onde consentire una più consona realizzazione delle Strutture intermedie ed alternative previste dai “Progetti-Obiettivi della salute mentale” è opportuna la realizzazione di strutture territoriali di riabilitazione di lunga durata per i casi più difficili da riabilitare onde evitare che sulle famiglie gravino un carico insostenibile di disagi, costi e pericoli, con Servizi specifici in Strutture adeguate, l’autorizzazione al TSO obbligatorio, anche in assenza del consenso del paziente almeno in determinate condizioni, la prevenzione dei disturbi di comportamento e di psicopatie in età giovanile .

Le norme che regolano la 180 vanno rivedute in una proposizione che renda ragione e giustizia, perché ancora oggi questa “problematica” ha compiuto un cammino tra demagogia e conflittualità, dove dobbiamo sottolineare che il concordato Testo Unificato Burani-Procaccini sulla Riforma dell’Assistenza Psichiatrica è letteralmente sparito dall’Agenda Parlamentare dall’aprile 2005: quelli che hanno compiuto questo pateracchio ne dovranno rispondere alla loro coscienza ! A 41 anni dall’emissione della legge 180, insiste una sola domanda : mentre le famiglie sono rimaste sole e con esse la società, su una realtà così sconvolgente, quali risultati qualitativi sono stati raggiunti ?

Per le iniziative, le sole per la verità al posto di quelle che dovrebbero essere da parte del Servizio Pubblico, a favore di questo popolo di sofferenti, non possiamo non citare i continui ricordi, di questo grave ed urgente disagio sociale, con finalità Pastorali-Sociali dai Vescovi, dalla Santa Sede Apostolica con il Santo PadreFrancesco

E con le sagge parole del Santo Giovanni Paolo II° : “ Andiamo avanti con speranza”.

Previte

http:digilander.libero.it/cristianiperservire

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