“41°.ma Giornata Nazionale per la vita “. La vita è un dono, ma l’ora più dolorosa è quando si crea il vuoto, la solitudine, l’incertezza !

Il Messaggio della 41.ma “ Giornata Nazionale per la Vita” del Consiglio Episcopale Permanente che sarà celebrata domenica il 3 febbraio 2019 sul tema “ E’ vita, è futuro”, ribadisce la sacralità della vita nascente che è per la Chiesa Cattolica, il Santo Padre, i Vescovi, i Missionari, i Religiosi, i Cattolici è la logica del dono supremo, la strada sulla quale si innesta il desiderio di generare la vita, l’anello a fare famiglia in una prospettiva feconda e futura.

Sottolinea il Testo come anche la crisi economica politica del lavoro aggrava anche quella della natalità tra i futuri sposi nel progettare il matrimonio ed anche a quelli sposati nel generare figli, concetto che tende, anzi, enuncia una crisi di carattere morale come non mai, che attanaglia specialmente la persona, l’individuo, la famiglia .

La vita, in contrasto con tendenze fuorvianti demagogiche astruse diffuse drammatiche in questo secolo, è considerata per alcuni non degna di considerazione e rispetto come la propria, un egoismo, un qualunquismo, un relativismo aberrante, che a volte è in contrasto con l’esaltazione degli animali che rispettiamo al massimo, ma viene totalmente “scartata” la vita umana .

Continuano i Vescovi nel Messaggio che non si può uscire dalla crisi economica molto affermata dove impera è la crisi morale e generando meno figli si soffoca la vita con l’aborto, facendo forza sulla verità della persona umana, riconfermando “ il valore fondamentale della vita “.

E’ l’esatta analisi del comportamento dell’uomo d’oggi che colpisce tutto un popolo, che nega la vita altrui ritenendosi come l’unico possessore di un potere assoluto di libertà, che non abbiamo alcuna remora nel definire di libertinaggio, che non ha né vuole limiti o divieti, né donati dalla natura né quelli stabiliti dalle leggi divine, quindi assenza assoluta di rispetto della dignità di vita, né quella già nata, né quella debole ed indifesa come la disabilità, il dolore, la sofferenza dell’uomo d’oggi .

E’ infinitamente normale la protezione etica della vita nascente che è un dono di Dio, essa và difesa tutta, dall’infanzia sola od abbandonata, fino al declino naturale e non quello che si tenta di procurare, dove il mondo è ancora oggi molto scosso dalle notizie di una diffusione nell’autorizzazione dell’eutanasia.

Ma se il nascente, il vivente, il divenuto fosse portatore di disabilità psico-fisica, a quale futuro verrebbe predestinato ?

La famiglia che nega, la società che è ostile al fiorire di una nuova vita per lottare tutti contro la fame, emarginazione, ingiustizie e sviluppo nei Paesi del sud del mondo, anche se per motivi comprensibili non accettabili si può definire un nucleo di persone, un agglomerato, un gruppo, ma non certamente una famiglia, perché nella vita umana l’ora più dolorosa è quando si crea il vuoto, la solitudine, l’incertezza, l’abbandono !

A questo bisogna obbiettivamente aggiungere che a volte occorre molto coraggio quando si è consapevoli di mettere al mondo una creatura che per tutta la vita si porterà dietro delle menomazioni siano esse fisiche che psichiche, pesante fardello presente e futuro, profondamente umane e meritevoli di grande considerazione . E’ verso questo orizzonte che occorre solidarietà/amore e verso le quali si devono convergere le attenzioni della società e soprattutto delle Istituzioni.

La salute è il bene più prezioso che l’uomo possa avere ed in questo giorno, peraltro, non può essere disatteso il pensiero anche nei riguardi di coloro che portano nel loro corpo i segni di una grande sofferenza fisica e psichica, nella ripetizione rassicurante e rinnovante della vicinanza della Chiesa Cattolica o meno, che Papa Francesco nell’incontrare gli ammalati, gli anziani ed i giovani sportivi nel corso della sua visita alla Parrocchia S.Maria Regina Pacis di Ostia della Comunità Parrocchiale tornando a parlare dell’importanza della saggezza della vita in un incontro durato circa venti minuti in cui ha salutato tutti uno ad uno .

Ma non possono essere ignorate le famiglie, le loro ansie, le loro speranze, le loro necessità, mentre la società civile  in una solidarietà esteriore, continua a chiudersi nel guscio del proprio egoismo, in un relativismo davvero disarmante, sconcertante, aberrante.

Comunque il baricentro delle politiche Comunitarie, il così detto “modello sociale”, sia a livello dell’Unione Europea sia a quello nazionale, ha portato all’introduzione nel Trattato di Amsterdam  all’art.13 la convinzione di combattere ogni forma di discriminazione, quindi di difesa della vita, specie di quella basata sulla disabilità psico-fisica, approvando nella Commissione Europea una Risoluzione “sulla promozione della salute mentale in Europa” (Prot.290.531 del 29.5.2000 in risposta .a Petizione n.146/99 di “Cristiani per servire”).

Nell’odierna società della violenza il rispetto dell’uomo, nascente o malato, resta sempre indifeso ed amareggia il constatare che malgrado ogni sforzo l’egoismo cresce sempre più.

Gli uomini di buona volontà, soprattutto noi cattolici, siamo richiamati dal Messaggio dei Vescovi a tenere alta la coscienza della grandezza del carattere e del valore sacro della vita,  di tutta la vita.

“Donare e generare la vita” sottolineano i Presuli è importante per una Italia che si vuol rinnovare, ma che richiede  interventi decisionali seri e non più procrastinabili sulla persona e sulla famiglia nella consapevolezza che “la vita vince anche la crisi” ( Messaggio Consiglio Episcopale Permanente 5 febbraio 2012).

E con le sagge parole del Santo Giovanni Paolo II° :” Andiamo avanti con speranza !”

Previte

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