600 ragazze ostaggio degli jihadisti | Mondo | www.avvenire.it

Gli Usa hanno lanciato nuovi radi aerei contro i militanti dello Stato islamico in Iraq, puntando contro i checkpoint e camion dell’Isis intorno alle montagne del Sinjar. Secondo quanto riferisce il Pentagono, gli Usa hanno condotto in tutto quattro attacchi, colpendo i checkpoint che minacciano la minoranza religiosa yazida, di etnia curda, intrappolata sulle montagne. L’obiettivo è creare un passaggio per far fuggire gli sfollati. Nel frattempo le forze americane lavorano con i partner internazionali per portarli in salvo. Durante la notte aerei della britannica Raf sono tornati a paracadutare aiuti sulla zona del Monte Sinjar. Il dipartimento di Stato Usa ha inoltre annunciato che sta fornendo armi alle forze curde peshmerga che combattono contro lo Stato islamico.

Lunedì sera il presidente Usa, Barack Obama, ha avuto un colloquio telefonico con il premier designato iracheno, Haider al-Abadi, nel corso del quale i due hanno concordato sull’importanza di formare un nuovo governo inclusivo, che rappresenti tutte le comunità, il più presto possibile. Lo riferisce la Casa Bianca. Obama si è congratulato con Abadi e ha sottolineato che gli Stati Uniti sono pronti a rafforzare la cooperazione politica e di sicurezza con l’Iraq. Anche il portavoce dell’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione europea, Catherine Ashton, ha detto che Bruxelles incoraggia la formazione di un esecutivo che “preservi l’unità nazionale e sia in grado di affrontare l’attuale crisi”. La Ashton ha convocato una riunione straordinaria degli ambasciatori del Comitato politico e di sicurezza della Ue proprio per discutere delle emergenze internazionali in Iraq, Ucraina e Gaza. Non è esclusa successivamente la convocazione di un Consiglio degli esteri europeo straordinario.

Ma la situazione a Baghdad resta molto tesa. Il premier in carica Nuri al Maliki, vincitore delle elezioni di aprile, non dà segno di volersi dimettere e definisce l’incarico ad al Abadi una “violazione della Costituzione”. L’inviato dell’Onu, Nicolay Mladenov, lo ha messo in guardia dalla tentazione di un colpo di Stato, invitando le forze di sicurezza ad astenersi da “interferenze” nel processo “politico democratico”, dopo che lunedì il premier aveva mobilitato un ingente schieramento di esercito e polizia intorno alla Zona Verde, il cuore politico di Baghdad. E anche l’Iran, il più grande alleato dello sciita al-Maliki nella regione, lo ha abbandonato. Il ministero degli Esteri di Teheran ha infatti espresso sostegno al nuovo premier designato, Haider al Abadi, anche lui sciita.

Dai territori occupati dagli jihadisti arrivano notizia di altri orrori, dopo che si è saputo che 500 persone, tra le quali molte donne e bambini, sono stati sepolto vivi, oggi la parlamentare yazida Vian Dakheel in un comunicato ha informato che l’Isis tiene in ostaggio oltre 600 ragazze della minoranza religiosa nella prigione di Badushn, nella provincia di Ninive. Le ragazze sono state rapite insieme ad altri membri della minoranza yazida a Sinjar, località vicina a Mosul.

Fonte: 600 ragazze ostaggio degli jihadisti | Mondo | www.avvenire.it.

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